Il bullismo è una piaga sociale in forte aumento in tutto il mondo, specie tra i giovanissimi e la terribile storia che arriva dallo Utah, USA, quella del 12enne Drayke Hardman, un ragazzino solare, appassionato di basket, è un esempio lampante della gravità del fenomeno.
Si, perchè Drayke non c’è più. Si è tolto la vita dopo essere stato perseguitato, per mesi, da un bullo. Tutti, genitori, scuola, amici, sapevano della cosa ma nessuno è riuscito a salvarlo perchè il 12enne, dopo l’ennesimo episodio, non ha retto, suicidandosi.
La ricostruzione dell’accaduto
Drayke era un ragazzino dinamico che, qualche giorno prima di togliersi la vita, era tornato a casa con un occhio nero senza dire nulla su chi fosse stato ai suoi genitori, forse per paura di ripercussioni, e che, il giorno in cui ha deciso di porre fine alla sua giovane esistenza, non è voluto andare agli allenamenti di basket, nonostante non ne avesse mai saltato uno.
Il bullo era stato sospeso, gli stessi genitori della vittima e l’istituto scolastico avevano provato a parlargli, chiedendogli di smetterla ma nessuno è riuscito a fermarlo. Gli insulti, le minacce, le violenze sono continuate, al punto che Drayke, dopo settimane di persecuzioni che hanno lasciato il suo carnefice impunito, ha deciso di togliersi la vita. E’ stata la sorella a trovarlo agonizzante nella sua camera.
Immediato l’intervento dei soccorsi ma il ragazzino è deceduto il giorno dopo in ospedale. I genitori di Drayke hanno voluto parlare alla stampa per raccontare la storia e denunciare ancora una volta questa piaga che affligge milioni di ragazzini in tutto il mondo. La madre ha detto: “Questo è il risultato del bullismo. Il mio bel bambino stava combattendo una battaglia nella quale neanche io avei potuto salvarlo, È reale, è silenzioso e non c’è assolutamente nulla che si possa fare per superare questo profondo dolore”. Agli psicologi e ai genitori che più volte lo avevano interrogato, Drayke aveva negato di avere mai pensato al suicidio.
Un amico di famiglia, per sostenere i costi del funerale e del servizio funebre del ragazzino,ha creato una campagna GoFundMe, con le star del basket degli ‘Utah Jazz’ Donovan Mitchell, Joe Ingles e Rudy Gobert che hanno già voluto dare il loro contributo. “Il nostro dolce bambino è morto questa mattina dopo aver tentato di togliersi la vita la scorsa notte”, “È il più grande fan degli Utah Jazz. Grazie per aver creato un punto luminoso nel suo cuore”, ha scritto il padre del piccolo. Più di 125.000 dollari sono già stati raccolti per l’ultimo saluto al 12enne.