Una 33enne, incinta, non vaccinata, dopo essere risultata positiva al virus SARS-CoV-2, è stata ricoverata al Policlinico Federico II di Napoli. Qui, 15 giorni dopo aver dato alla luce la sua piccola prematuramente, la donna è morta, lasciando un compagno e una figlia di soli 3 anni.
I medici, in queste ore, stanno facendo di tutto per salvare la vita alla neonata, ricoverata nel reparto di Terapia Intensiva Neonatale dello stesso ospedale in cui era ricoverata la madre, intubata, dopo aver contratto il virus nella sua forma più aggressiva che non le ha lasciato scampo, non avendo copertura vaccinale.
La vicenda
La bimba è un vero e proprio scricciolo. Nata a 33 settimane, con un peso di 1.800 grammi circa, sta lottando tra la vita e la morte, mentre i medici preferiscono mantenere il massimo riserbo, essendo la piccola in prognosi riservata. Dal Policlinico di Napoli, in cui la 33 enne era ricoverata, è arrivato l’invito a proteggere le donne in gravidanza, soprattutto se hanno altre patologie (come in questo caso), dato che il virus, in assenza di protezione vaccinale, continua a colpire gravemente e a uccidere.
Dall’autunno scorso la 33enne è la quarta partoriente, ricoverata al Policlinico, morta di Covid. La vicenda ricorda quelle simili accadute nei mesi scorsi in tutta Italia ma soprattutto in Campania: a novembre morì Antonietta Delli Santi, 27enne salernitana, non vaccinata e contagiata dal Covid durante la gravidanza; deceduta assieme alla sua bimba appena nata. Sempre a novembre ha perso la vita la 31enne Alessandra Di Rosa mentre dava alla luce un figlio. A dicembre, a soli 29 anni, è deceduta nel Casertano Morena Di Rauso. In Sicilia, lo scorso ottobre, è deceduta Jessica Lauretta, una mamma 31enne di Pachino.
Il Ministero della salute raccomanda la vaccinazione anti SARS-CoV-2/COVID-19, con vaccini a mRNA, alle donne in gravidanza nel secondo e terzo trimestre e per le donne che allattano, senza necessità di sospendere l’allattamento. Allo stato attuale l’Istituto Superiore di Sanità, relativamente al primo trimestre, utilizza però il principio di precauzione secondo cui la vaccinazione può essere presa in considerazione dopo valutazione dei potenziali benefici e dei potenziali rischi con la figura professionale sanitaria di riferimento.