“La data del 15 febbraio del 2022 entrerà nella Storia come il giorno del fallimento della propaganda di guerra da parte dell’Occidente. Svergognati e annientati senza sparare un colpo”. Queste sono le parole che si leggono su Telegram e pronunciate dalla portavoce del Governo russo, Maria Zakharova, questo dopo che il Cremlino ha avvisato che alcune truppe schierate al confine ucraino stanno lasciando la zona e tornando nelle proprie basi. Sembra quindi allentarsi lievemente la tensione generata dalla crisi tra Russia e Ucraina, anche se continuano i negoziati per una trattativa.
In queste ore anche il Ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, è partito alla volta di Kiev per avere un colloquio con le autorità di quel Paese, e domani lo stesso Di Maio sarà a Mosca. Per Mosca è stata dettata soltanto dall’isteria la mossa degli Stati Uniti d’America di spostare la loro ambasciata da Kiev a Leopoli. E i deputati della Duma, il ramo basso del Parlamento russo, hanno approvato un appello al Presidente Vladimir Putin affinchè riconosca le autoproclamate repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk, che si trovano in Ucraina.
Notizie contrastanti
In questi giorni sono arrivate notizie contrastanti dai due fronti, quello Occidentale e quello russo. Da parte sua la Russia ha sempre sostenuto che non era assolutamente sua intenzione invadere l’Ucraina, poichè questa aveva manifestato la volontà di entrare a far parte della Nato, l’Alleanza Atlantica. Circostanza che non piacerebbe assolutamente a Vladimir Putin, che si vedrebbe praticamente così l’Occidente e gli States alle porte di casa.
Kiev aveva fatto sapere che sarebbe pronta a rinunciare ad entrare anche nella Nato se questo servisse ad evitare un conflitto con la Russia. La Cnn ieri ha diffuso inoltre una notizia con la quale la tensione è salita sempre di più, affermando che fonti di intelligence prevedevano un attacco dei russi all’Ucraina il 16 febbraio, praticamente domani.
L’ultima parola non è ancora detta e la situazione è in continuo divenire. Quelle di un possibile attacco da parte della Russia per ora sono soltanto voci, voci che però non fanno altro che alimentare una tensione che in questi giorni è salita ad un livello mai visto. “Non crediamo che Vladimir Putin abbia già preso una decisione finale” – così ha inoltre affermato John Kirby, portavoce del Pentagono.