Una storia dell’orrore, quella che arriva da un asilo del casertano, Piccole Pesti di Capasulla, in cui 2 maestre, la 28enne Valeria Eliseo e la 44enne Lucia Spina, sono state arrestate, mentre Francesca Merola, dirigente della scuola, è ai domiciliari.
Il gip ha rilevato che le tre donne si sarebbero rese responsabili di “maltrattamenti aggravati, reiterate condotte di violenza fisica e psicologica e gravi omissioni nella cura e assistenza nei confronti dei piccoli allievi, di età compresa tra i 2 e i 6 anni”, oltre all’imposizione di punizioni umilianti, costringendoli a stare, ad esempio, con le mani sulla testa, senza rispettare le regole di igiene durante la somministrazione dei pasti o il cambio dei pannolini, lasciando i piccoli sporchi per ore.
L’interrogatorio di garanzia
Mentre la dirigente, ieri, 14 febbraio, nel corso dell’interrogatorio di garanzia,reso dinanzi al Giudice per le Indagini Preliminari Alessandra Grammatica del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, si è avvalsa dla facoltà di non rispondere, le 2 maestre, diversamente, hanno accusato la Merola di aver dato loro direttive circa l’uso di metodi forti per farsi rispettare dai bambini.
Nel corso dell’interrogatorio le due indagate hanno dato indicazioni al gip sammaritano sul particolare contesto lavorativo in cui si trovavano ad operare fatto di esasperazione e risultati da raggiungere ad ogni costo a fronte di stipendi versati per poche centinaia di euro e mansioni plurime, dall’inserviente alla cuoca fino a diventare l’autista che prelevava i piccoli per condurli al plesso scolastico che, oltre al nido e l’infanzia, fungeva anche da doposcuola.
Le due insegnanti hanno spiegato che la direttrice era particolarmente interessata a dimostrare ai genitori che i bambini mangiassero e per questo motivo, all’ora di pranzo, strattonava i piccoli per costringerli a restare sulla sedia, li ingozzava a forza come se fossero animali, senza preoccuparsi di pianti e, in alcuni casi, del fatto che vomitassero. Tutto questo orrore per dare l’impressione, all’esterno, che la scuola paritaria fosse efficiente.
Le indagini erano partite nell’ottobre 2021 quando un bambino aveva detto che le maestre davano loro “i lisciabussi”; un termine dialettale che indica gli schiaffi o le percosse. Così i carabinieri della stazione di San Prisco avevano installato le telecamere nascoste, riprendendo quello che avveniva tra quelle mura e dai video è emerso uno scenario di autentico orrore nei confronti delle piccolissime vittime, considerate come piccole pesti, umiliate, picchiate, lasciate sporche nei loro bisogni per ore, scaraventate dalle brandine durante il riposo pomeridiano se facevano i capricci.