La celebre messaggistica di WhatsApp, praticamente inarrestabile quanto a novità, distribuite quasi con cadenza giornaliera, non si è smentita in questa coda di settimana, mettendo in campo un aggiornamento di carattere minore per Android, e replicando ad alcune perplessità evidenziate da parte delle autorità europee.
Nei mesi scorsi, il gruppo di leaker di WABetaInfo fece chiarezza sulla chiusura di taluni gruppi da parte di WhatsApp spiegando che, essendo questi ultimi protetti dalla crittografia end-to-end (in chat e chiamate), Menlo Park avrebbe potuto rilevare eventuali violazioni dei propri termini di servizio solo in seguito al sopraggiungimento di diverse segnalazioni da parte di vari utenti, o nel caso fossero stati rilevati descrizioni e nomi dei gruppi in qualche modo illegali.
Nel caso un gruppo fosse stato chiuso, non sarebbe stato possibile inviar messaggi a detto gruppo, né unirvisi. L’aggiornamento beta 2.22.4.5 appena messo a disposizione (via ApkMirror, o Play Store se iscritti al gruppo di tester della messaggistica verde) per gli utenti Android di WhatsApp completa questo discorso, mostrando un avviso del fatto che il gruppo sia chiuso qualora si tenti di sfruttare un link d’invito per unirsi a un gruppo.
Tuttavia, nel caso venisse accolto un ricorso in favore del gruppo, e quest’ultimo risultasse esser stato chiuso per errore, diverrebbe di nuovo possibile usare il link d’invito in questione (prima “temporarily unavailable“, temporaneamente indisponibile) per unirsi al gruppo.
Funzioni a parte, non sono mancati neanche dei problemi per WhatsApp. Di recente, dopo aver ricevuto una segnalazione da parte del BEUC, l’organizzazione europea dei consumatori, le autorità europee di tutela dei consumatori e la Commissione Europea (tramite Didier Reynders, commissario europeo alla giustizia) hanno inviato una lettera a WhatsApp.
Con la missiva in questione si chiede alla piattaforma di far chiarezza sull’equità di quelle notifiche che sollecitano gli users ad accettare i recenti cambiamenti su informativa della privacy e termini di servizio, fornendo dati che permettano di capire se agli utenti siano fornite sufficienti info su quali siano le conseguenze dell’accettare o meno le nuove regole. Non meno importanti sono il se gli utenti siano abbastanza informati, però prima di doverle accettare, sulle nuove regole e che vengano dissipati i dubbi delle autorità in merito agli scambi di dati personali degli users tra WhatsApp e la parental company Meta o con società di terze parti.
Ovviamente, la risposta di WhatsApp non è tardata ad arrivare, con la piattaforma che s’è detta lieta di collaborare per rendere le autorità edotte di “come proteggiamo la privacy dei nostri utenti in conformità con i nostri obblighi ai sensi del diritto dell’UE“.