Nonostante le buone intenzioni, il turismo continua a perdere colpi e soprattutto colpendo sia i piccoli che i grandi imprenditori. Secondo la Vialattea, il più grande comprensorio dell’Italia occidentale con 400 km di piste di cui 120 km coperte da innevamento artificiale, il 2021 si chiude con metà delle camere occupate con una perdita di circa 25 miliardi di euro.
Marina Lalli, presidente di Federturismo Confindustria, afferma che i numeri sono spaventosi e con il passare delle ore le disdette aumentano sempre di più: “Ce n’è una al minuto. E il loro numero aumenta esponenzialmente”. Invece la presidente di Fiavet Nazionale, Ivana Jelinic, parla di 8 milioni di cancellazioni nelle ultime tre settimane ricordando che tre quarti dei lavoratori del settore sono in cassa integrazione.
I numeri, come riporta il sito “Agi“, diventano ancora più preoccupanti con gli ultimi dati svelati da Confindustria Alberghi, ove si legge che il 2021 si chiude con un tasso di occupazione del -48,6% con punte nelle città d’arte, che toccano -58% a Roma e -56,1% a Firenze e con Venezia e Napoli rispettivamente -57% e -43% con perdite attorno del 55% nelle città d’arte.
Il sindaco di Pragelato, e consigliere nazionale Anci, Giorgio Merlo, lancia l’allarme e chiede immediatamente i ristori al Governo Draghi: “È quanto mai necessario, adesso, già prevedere e impegnarsi per una seria e rigorosa ‘politica dei ristori’ perch̀é è abbastanza evidente che i colpi della pandemia coinvolgeranno pesantemente il turismo della montagna in tutte le sue articolazioni. Serve un impegno diretto del Governo sin d’ora anche se, ad oggi, non conosciamo ancora le conseguenze di questa ennesima ondata della pandemia. Oppure, come sostiene giustamente l’Uncem, l’attivazione di ‘specifici fondi di rotazione per le imprese turistiche”.
L’unica nota leggermente positiva proviene da Rimini, dove saranno aperti 300 alberghi fino a Capodanno con delle prenotazioni che superano il 60%. Patrizia Rinaldis, presidente Aia, si dichiara molto entusiasta per questi numeri ma prima di esultare vuole aspettare fino all’ultimo momento.