La causa della morte del maresciallo maggiore dei carabinieri di Mantova, Pietro Taurino, è il vaccino AstraZeneca inoculatogli 11 giorni prima del decesso. E’ quanto emerge dalla perizia richiesta dalla Procura di Mantova che porta la firma del procuratore capo Manuela Fasolato e del sostituto Giulio Tamburini, giunti alla conclusione che la trombosi cerebrale che ha messo fine alla vita del carabiniere di 50 anni sia una diretta conseguenza del siero.
Taurino è morto lo scorso 17 marzo all’ospedale Carlo Poma di Mantova dopo era stato ricoverato qualche giorno prima per forti mal di testa: l’intervento chirurgico d’urgenza eseguito dai medici a seguito di quanto emerso dalla tac, purtroppo, non era servito a salvargli la vita. “Ritengo che il Governo Draghi non debba sottovalutare queste tragedie, ma fare chiarezza sui presunti legami tra il vaccino e i decessi e, di conseguenza, risarcire doverosamente le famiglie delle vittime” scriveva in una nota Edmondo Cirielli, questore della Camera e membro della commissione Affari Esteri, in riferimento ai “diversi casi di trombosi che, purtroppo, hanno provocato dei decessi“.
L’autopsia eseguita sul corpo del carabiniere aveva rivelato una grave malattia autoimmune della coaugulazione del sangue, la porpora trombotica trombocitopenica: ovvero un sanguinamento sottocutaneo che ha provocato la formazione piccoli coaguli all’interno dei vasi sanguigni in tutto il corpo e conseguentemente la morte.
Secondo quanto riportato dal quotidiano La Voce di Mantova, l”indagine “ad ampio raggio“, condotta da un team di tre esperti, specializzati in ambito medico legale e in materia di trombosi cerebrale, aveva il compito di verificare una possibile correlazione della malattia acquisita con la somministrazione del vaccino.
Nella lunga relazione presentata dai consulenti si legge che l’emorragia cerebrale e la conseguente trombosi venosa che ha provocato la morte di Taurino “è da ritenersi correlata alla somministrazione del vaccino anticovid”, eppure, relativamente all’accusa di omicidio colposo contro ignoti, i giudici inquirenti hanno emesso una richiesta di non luogo a procedere in forza del d.l. 44 del 1 aprile 2021 che ha previsto lo “scudo penale”, ovvero l’esclusione dalla punibilità, per il personale sanitario addetto alla vaccinazione.