Attualmente, l’edificio più alto del Medio Regno è la Shanghai Tower, alta 632 metri. Nella classifica degli edifici più alti, è al secondo posto dopo il grattacielo di Dubai Burj Khalifa, la cui altezza è di 828 metri.
Mercoledì il governo cinese ha stabilito che imporrà nuovi limiti alle altezze dei grattacieli, divieto che fa parte di un piano più ampio di quel governo guidato dal presidente Xi Jinping, con l’obiettivo di modificare parzialmente l’architettura del paese, rendendola più uniforme e meno appariscente, infatti le esagerate altezze sono state definite “espressione di vanità”.
Il limite è stato portato a 250 metri per le città con più di tre milioni di abitanti e 150 metri per le restanti, il documento ha anche vietato la costruzione di grattacieli in quartieri storici, siti del patrimonio e aree con forte traffico. Inoltre, è stato stabilito che chi vieterà tali divieti approvado progetti catastali diversi sarà considerato “responsabile a vita” delle proprie azioni, concetto ancora da definire meglio in quanto poco chiaro.
I motivi di tale scelta sono ambientali, è infatti un modo d’altronde per ritornare alle origini e alla tradizione e per rispettare il paesaggio circostante, strutturali ma soprattutto economici, è infatti ben risaputo che al di sopra di una certa altezza, il costo di costruzione dei grattacieli aumenta esponenzialmente ad ogni piano aggiuntivo, per questo molti grattacieli rimangono incompiuti di fronte a una crescita economica che rallenta.
La costruzione di grattacieli più semplici e meno vistosi inoltre ben si confà alla tradizione integralista ed estremamente essenziale propria della Cina, di conseguenza questo è un modo per far tornare a combaciare nuovamente i due aspetti.
Altri motivi citati sono invece legati allo sviluppo incontrollato e sregolato dei centri urbani con le relative conseguenze e cioè inquinamento, traffico, costi troppo alti nella distribuzione dell’elettricità dovuti senz’altro a una pianificazione urbanistica scarsa e scadente.