Di recente, Facebook ha affrontato l’audizione, davanti Senato USA, di una sua ex dipendente che ha fornito diversi documenti volti a confermare la tesi secondo cui il social preferirebbe il profitto alla lotta alla disinformazione, finendo con l’essere anche, ad es. nel caso di Instagram, dannosa per la salute mentale dei giovani. Curiosamente, nonostante le polemiche che da ciò sono seguite, il gruppo di Menlo Park ha appena confermato il varo di diverse iniziative in merito all’audio, notoriamente ben difficile da presidiare quanto a moderazione.
La prima novità in merito all’audio prospettata da Facebook consiste nel varo, già operativo negli USA lato mobile per gli utenti con almeno 18 anni, di un unico hub dove trovare i loro contenuti audio preferiti, che siano podcast, brevi clip audio, o le Live Audio Rooms introdotte per fronteggiare il (momentaneo) successo di Clubhouse. Tale Hub, curiosamente posizionato nella parte alta del feed Watch, inizialmente mostrerà suggerimenti personalizzati, contenuti dai creator preferiti già followati, e suggerimenti di contenuti sonori popolari sul social. In seguito, man mano che ci si approccerà ai contenuti audio e si seguiranno più creators, i contenuti rinvenibili nell’hub “Audio” saranno sempre più tarati su interessi e gusti dell’utente.
La scorsa primavera, Facebook illustrò diverse iniziative in tema audio, compresa una partnership con Spotify, il Project Boombox, che avrebbe permesso di ascoltare Spotify, in termini di musica e podcast, direttamente dall’app mobile del social, via miniplayer. Le Live Audio Rooms (con possibilità di inviare Reazioni, di alzare la mano per parlare, di attivare didascalie in tempo reale) vennero poi varate ufficialmente a Giugno, coinvolgendo, via client iOS e solo negli USA, personaggi pubblici (es. le cantanti Miley Cyrus e Noah, il comico Sherry Col, il quarterback Russell Wilson), creators e “dozzine di gruppi”. Ora, in merito a quest’iniziativa, ne è stata rendicontata l’estensione globale a creators e gruppi anche non localizzati negli USA, con relativo sbarco sotto forma di test anche su Android e, quanto ad ascolto, sempre in test, su desktop.
I Soundbites, brevi clip in stile TikTok, ma solo audio, testati a Giugno con alcuni personaggi emergenti, come la creator Molly Burke, la influencer disabile Lolo Spencer e il comico Josh Sundquist, dopo essere stati estesi a più creators, nelle prossime settimane verranno messi a disposizione di più persone negli Stati Uniti.
L’occasione è stata colta anche per fare il punto sui podcast, a Giugno messi (e da allora rimasti) a disposizione per l’ascolto degli utenti USA, annotando come su desktop e app mobile in seguito sia stato offerto ai podcaster di aggiungere il loro feed RSS alla propria pagina Facebook mentre, quando agli utenti comuni, su Android è arrivata la possibilità di attivare le didascalie di supporto e quella di condividere brevi brani dei podcast nel Newsfeed.
Ovviamente, non è mancato da parte di Menlo Park, man mano che fa tesoro di quest’esperienza, l’impegno ad allestire strumenti che rilevino automaticamente contenuti audio dannosi che possano violare le regole della Community e ad adattare “sia la sua tecnologia che i suoi processi per rilevare e moderare i contenuti audio violati“.