Dopo le indiscrezioni relative al proprio sistema di cashback, la celebre messaggistica di WhatsApp è tornata sugli scudi grazie a nuove indiscrezioni, questa volta riguardanti la modalità multi-device 2.0, ma anche in merito a un annuncio ufficiale postato nel blog della piattaforma, alla sezione FAQ (frequently asked questions).
Partendo dalle indiscrezioni, i leaker di WABetaInfo hanno rendicontato di come a Menlo Park siano ancora al lavoro sulla modalità dell’account multi-device 2.0 di WhatsApp che, nella prima versione già rilasciata, ad oggi permette di connettere sino a 4 dispostivi, anche comprensivi di Portal, WhatsApp Desktop e WhatsApp Web, tra cui però un solo device mobile, cioè lo smartphone principale che, però, non ha più la necessità d’esser sempre carico, acceso, o connesso a internet.
Alcune schermate estratte dalla provetta opera indagatoria dei leakers, in merito a una versione per iOS di WhatsApp, ha permesso di apprezzare che, in un futuro aggiornamento, si potrà utilizzare WhatsApp anche su un secondo dispositivo mobile, anche Androidiano, sebbene al momento non sia chiaro se la funzione si restringerà a coinvolgere un tablet o anche (probabilmente) un secondo smartphone.
Dubbi a parte, appare confermato che, alla prima connessione nel sistema di WA di un secondo device mobile, verrà attuata la sincronizzazione delle chat, all’insegna di un processo soggetto a crittografia end-to-end. In seguito, quando dopo un po’ ci si riconnetterà a WhatsApp sul secondo device mobile, occorrerà un po’ di tempo in quanto si procederà al download dai server di Menlo Park di tutti i messaggi WhatsApp nel frattempo giunti
Su un terreno più certo, un post ufficiale di WhatsApp ha confermato che, dal 1° Novembre, diversi dispositivi Android animati dalla release 4.04 varata nel 2012 saranno esclusi dal supporto della messaggistica, con la conseguenza che sugli stessi non si potrà più installare l’app, la stessa se già installata smetterà di funzionare, e non si riceveranno più gli aggiornamenti ufficiali. In compenso, come buona notizia v’è che il tutto avrà un bassissimo impatto, dacché coinvolgerà sostanzialmente telefoni smart che, usciti in commercio tra il 2010 e il 2011, quasi sicuramente non sono più in circolazione.