Sergio Mattarella: "Eccessivo ricorso alla decretazione d’urgenza, riconsiderare modalità di esercizio"

Il Capo dello Stato ha inviato una lettera al Presidente del Senato, a quello della Camera e allo stesso Premier Mario Draghi. Mattarella ha invitato a riconsiderare le modalità di esercizio della decretazione d'urgenza. "Effetti difficilmente sostenibili".

Sergio Mattarella: "Eccessivo ricorso alla decretazione d’urgenza, riconsiderare modalità di esercizio"

Il Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, nelle scorse ore ha provveduto a firmare e a convertire in legge il Dl del 25 maggio 2021 n.73 recante “Misure urgenti connesse all’emergenza da COVID -19, per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali”. Nonostante questo, Mattarella ha inviato una lettera, pubblicata anche sul sito ufficiale del Quirinale, al Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, al Presidente della Camera, Roberto Fico e allo stesso Premier Mario Draghi

Nella missiva il Capo dello Stato riferisce che in questi mesi vi è stata in sostanza un grande ricorso alla decretazione d’urgenza, questo per via dello straordinario momento storico che stiamo vivendo a causa della pandemia da Covid-19. Il numero uno del Quirinale ha posto l’accento sulla riconsiderazione delle misure da attuare, che dovranno rispettare sempre i parametri di costituzionalità. “Avverto la responsabilità di sollecitare nuovamente Parlamento e Governo ad assicurare che, nel corso dell’esame parlamentare, vengano rispettati i limiti di contenuto dei provvedimenti d’urgenza, come già richiesto con analoga lettera dell’11 settembre 2020”– così ha scritto Mattarella nella sua lettera. 

Sergio Mattarella: “Modificare l’attuale tendenza”

“Il testo che mi è stato trasmesso contiene 393 commi aggiuntivi, rispetto ai 479 originari. Tra le modifiche introdotte ve ne sono alcune che – alla luce del disposto costituzionale e della ricordata giurisprudenza costituzionale – sollevano perplessità in quanto perseguono finalità di sostegno non riconducibili all’esigenza di contrastare l’epidemia e fronteggiare l’emergenza, pur intesa in senso ampio,ovvero appaiono del tutto estranee, per finalità e materia, all’oggetto del provvedimento” – così continua la lettera di Mattarella. 

Il Capo dello Stato identifica poi una serie di provvedimenti in materia di recupero, riconversione funzionale e valorizzazione di beni demaniali ad uso militare situati all’interno di parchi nazionali, autonomia scientifica dell’INGV, applicazione delle disposizioni recate dai decreti legislativi di riforma dello sport e misure di semplificazione finalizzate ad agevolare la produzione delle industrie facenti capo all’Agenzia Industrie Difesa. Queste norme, secondo Mattarella, altererebbero la natura stessa della legge di conversione

Tutto ciò può generare “incertezze interpretative” provocando quindi “complicazioni per la vita dei cittadini e delle imprese nonché una crescita non ordinata e poco efficiente della spesa pubblica”– queste sono le parole che si leggono nella lettera di Mattarella alle forze di Governo. “Occorre dunque modificare l’attuale tendenza. I decreti-legge devono presentare ab origine un oggetto il più possibile definito e circoscritto per materia. Nei casi in cui l’omogeneità di contenuto è perseguita attraverso l’indicazione di uno scopo, deve evitarsi che la finalità risulti estremamente ampia. Nella procedura di conversione, come prescritto dai Regolamenti parlamentari, l’attività emendativa dovrà essere limitata dalla materia ovvero dalla finalità originariamente oggetto del provvedimento, come definite dal Governo. La confluenza di un decreto-legge in un altro provvedimento d’urgenza, oltre a dover rispettare il requisito dell’omogeneità di contenuto, dovrà verificarsi solo in casi eccezionali e con modalità tali da non pregiudicarne l’esame parlamentare”

Quelle di Mattarella sono parole forti, che invitano tutte le forze politiche a rispettare i dettami della Costituzione anche in questo delicato periodo di emergenza sanitaria. Secondo quanto riferisce il Quirinale dal febbraio del 2020 al luglio 2021 sono stati adottati 65 decreti legge rispetto ai 31 dei mesi precedenti. Tutti i provvedimenti, ravvisa Mattarella, hanno avuto una durata eccezionale. “Formulo, pertanto, un invito al Parlamento e al Governo a riconsiderare le modalità di esercizio della decretazione d’urgenza, con l’intento di ovviare ai profili critici da tempo ampiamente evidenziati dalla Corte costituzionale, nonché nelle stesse sedi parlamentari, oltre che in dottrina, e che hanno ormai assunto dimensioni e prodotto effetti difficilmente sostenibili” – così conclude poi il Capo dello Stato, che si riserva di approfondire il contenuto di altri decreti-legge che dovessero essere sottoposti all’attenzione del Quirinale. 

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