Adelina Grossi, 94 anni, di Ravenna, era una delle ultime partigiane dell zona ed è morta ieri, mercoledì 21 luglio. A darne notizia il presidente dell’Anpi provinciale: “Adelina se n’è andata di mattina presto, in riservatezza, com’era il suo carattere“.
Adelina fu testimone dell‘eccidio alle case Baffè e Foletti di Massa Lombarda del 17 ottobre 1944 ed è stata, negli anni, una testimone attiva della Resistenza, in particolare sul ruolo che ebbero le donne… tema che nel 2016 ha affrontato in un incontro con gli studenti in Comune a Ravenna.
L’importanza di Adelina Grossi
Adelina Grossi fu molto attiva nel promuovere il riconoscimento delle donne, che ebbero un ruolo decisivo nella lotta partigiana, portando la sua testimonianza, in occasione delle celebrazioni del 72esimo anniversario della Liberazione di Ravenna quando, il 5 dicembre 2016, nella Sala Preconsiliare della residenza municipale, raccontò ai numerosi studenti di scuola superiore la sua storia.
Il Sindaco di Massa Lombardia, Daniele Bassi, ha dichiarato che Adelina fu partigiana e testimone, in età adolescenzialem della strage alle case Baffè e Foletti ad opera degli oppressori nazifascisti che trucidarono 23 persone. Nata e vissuta a Massa Lombarda fino ai 24 anni, ha tenuto viva, dice il primo cittadino, con appassionata lucidità, la memoria della Resistenza e della lotta di Liberazione. Adelina Grossi ha incarnato nel modo più autentico i valori e i principi dell’antifascismo, su cui si basa la nostra convivenza civile.
Adelina Grossi, ai tempi dell’eccidio aveva quasi 17 anni, abitava a Massa Lombarda ed era vicina di casa della famiglia Baffè. L’eccidio è stato uno dei più feroci massacri avvenuti nella provincia di Ravenna, in cui furono uccise 23 persone appartenenti alle famiglie Baffè e Foletti insieme ad amici, ospiti occasionali, vicini e dipendenti. La strage fu un atto di rappresaglia dei nazifascisti contro i civili.
Dopo la carneficina, le abitazioni dei Baffè e dei Foletti furono incendiate e fatte saltare con mine e i cadaveri delle vittime lasciati alle fiamme. “Quella strage mi ha segnato profondamente – ricordava la partigiana – È un trauma che mi porto dietro da allora e che mi ha fatto mettere in discussione tutto. A volte mi sembra di averlo vissuto pochi giorni fa”.