Dal primo agosto la Francia adotterà una regola radicale per poter uscire presto dalla pandemia, imponendo a tutti l’obbligo di avere il Green Pass Covid. Il certificato servirà per poter entrare in bar, ristoranti, prendere i mezzi pubblici come aerei e treni, andare al cinema e al teatro. Insomma la certificazione servirà quasi per ogni attività quotidiana. Il Governo italiano vorrebbe seguire questa linea, ma per il momento la questione sarà discussa tra tutte le forze politiche, sia di maggioranza che di opposizione. Molti infatti sono i pareri contrari all’interno dell’Esecutivo.
Ma se da un lato c’è chi chi crede che questa misura sia “incostituzionale”, a sciogliere ogni dubbio ci hanno pensato in queste ore Sabino Cassese e Giovanni Maria Flick, due tra i costituzionalisti più noti in Italia. Entrambi sono anche docenti universitari. Per i giudici in questione l’utilizzo obbligatorio del Green Pass non limiterebbe alcuna libertà, questo perchè ci troviamo in un periodo di emergenza e la nostra Costituzione contempla il diritto alla salute non solo a livello individuale, ma anche collettivo.
Cassese: “Raccordarsi con il testo europeo”
Sabino Cassese ricorda che prima di varare la norma, comunque bisogna raccordarsi con il testo europeo sul Green Pass. Attualmente la certificazione serve per spostarsi all’interno dell’Unione Europea ma anche nei singoli stati, senza avere restrizioni di sorta. Può avere il Green Pass chi abbia completato il ciclo di vaccinazione con entrambe le dosi o le persone che hanno avuto un tampone negativo nelle 48 ore precedenti al viaggio, ma anche chi sia guarito completamente dalla malattia da almeno sei mesi.
I cronisti de Il Giornale hanno chiesto a Cassese se si potrebbe optare per l’obbligo vaccinale soltanto per alcune categorie di lavoratori, come ad esempio gli insegnanti. “Sì, non c’è dubbio. Altrimenti si rischia il paradosso: mens sana in corpore infirmo” – così ha risposto il costituzionalista ai giornalisti. Secondo i due giuristi in un momento come quello che stiamo vivendo “divieti simili sarebbero una sanzione meno afflittiva del carcere o di una multa”.
Secondo Flick basta leggere l’articolo 32 della Costituzione per vedere come la salute sia un diritto fondamentale non solo del singolo, ma dell’intera collettività. “Ovvio che il contenimento della pandemia che stiamo tuttora attraversando è un interesse essenziale della collettività nazionale. E tutti sono obbligati a fare la loro parte” – così ha spiegato Giovanni Maria Flick. “L’unica ipotesi davanti a cui l’obbligo di solidarietà viene meno può essere quello di patologie accertate incompatibili con la somministrazione” – questa è la conclusione del giudice.