Luca Fusi aveva 22 anni, viveva a Guanzate, in provincia di Como ed un anno fa aveva conseguito la laurea in Economia alla Bocconi. Un ragazzo tranquillo che ieri pomeriggio, 25 giugno, era in barca con due suoi amici di 23 anni, sul Lago di Como, nello specchio d’acqua davanti a Villa Balbianello, a Tremezzina, in località Lenno.
Ieri Luca ha trovato la morte, travolto da un motoscafo con a bordo 11 ragazzi di nazionalità belga. La loro barca ha impennato su quella su cui la vittima e i suoi amici prendevano il sole, colpendo il giovane22enne a morte.
Le prime ricostruzioni
Sembra che alla guida del motoscafo ci fosse una giovane che avrebbe riferito di non essersi accorta dell’altra imbarcazione. La stessa ragazza, non è risultata positiva all’acol test. Secondo le testimonianze oculari, l’impatto è stato violentissimo, tanto che il boato si è sentito a diversi metri. Stando alla testimonianza degli 11, il motoscafo procedeva a velocità sostenuta e nessuno era impegnato nello sci nautico.
I ragazzi 23enni che si trovavano con Luca sono stati sbalzati in acqua. Recuperati dai soccorsi, sono stati trasportati in ospedale ma non sarebbero feriti gravemente. La salma del giovane Fusi, invece, recuperata dai vigili del Fuoco, è stata riportata a riva e sul caso indagano, ora, le forze dell’ordine per ricostruire la dinamica dell’accaduto e le eventuali responsabilità.
Adolfo D’Angelo, segretario nazionale della sezione nautica della Confarca, confederazione che rappresenta le scuole nautiche italiane, ha dichiarato che si tratta dell’ennesimo incidente in meno di una settimana, dove le norme sulla sicurezza e velocità vengono disattese, aggiungendo: “Ora basta, ci vogliono più controlli e un provvedimento per introdurre l’omicidio nautico“. D’Angelo punta il dito contro i controlli sulla velocità inesplicati e si auspica che, oltre a più severi controlli nei periodi di luglio e agosto, torni nell’agenda politica un provvedimento normativo sull’omicidio.