Luana D’Orazio, la perizia conferma: "Orditoio manomesso per risparmiare tempo"

Arrivano le prime indiscrezioni sulla perizia all’orditoio che ha provocato la morte di Luana D'Orazio. Il quadro elettrico era stato manomesso per bloccare i sistemi di sicurezza e risparmiare tempo sul lavoro.

Luana D’Orazio, la perizia conferma: "Orditoio manomesso per risparmiare tempo"

Sono passati quasi due mesi dalla morte di Luana D’Orazio, giovane mamma morta in un incidente sul lavoro a Oste di Montemurlo, in provincia di Prato, lo scorso 3 maggio. Arrivano adesso le prime indiscrezioni sulla perizia che la procura ha ordinato sul macchinario che ha provocato la morte di Luana, che confermano le ipotesi fatte nei primi momenti successivi alla tragedia.

L’orditoio a cui la 22enne lavorava sarebbe, secondo quanto riscontrato dai periti, stato manomesso per non far scattare i meccanismi di sicurezza che avrebbero dovuto fermare l’orditoio prima di risucchiare e schiacciare il corpo di Luana. Una modifica al quadro elettrico con lo scopo di risparmiare tempo sul lavoro, dato che se la fotocellula fosse stata attiva il macchinario si sarebbe fermato ogni volta che qualcuno si muoveva lì vicino.

Una tutela presente per salvare la vita delle persone, ma che avrebbe provocato stop troppo frequenti alla lavorazione, motivo per cui sarebbero stati disattivati. Se le indiscrezioni venissero confermate al momento della consegna della perizia, prevista entro l’11 luglio, si aggraverebbe la posizione degli indagati per la morte di Luana.

Nel frattempo martedì pomeriggio si è svolto l’interrogatorio di Luana Coppini, la titolare dell’Orditura Luana, durante il quale la donna avrebbe raccontato agli inquirenti di non sapere che la giovane apprendista venisse a volte lasciata a lavorare da sola al macchinario, invece che essere seguita costantemente dal tutor.

In procura è stato convocato anche il marito della Coppini, Daniele Faggi, anche lui tra gli indagati per la morte di Luana, ma si è avvalso della facoltà di non rispondere e non ha rilasciato alcuna dichiarazione agli inquirenti. Il terzo indagato, il manutentore dell’orditoio Mario Cusimano, è stato invece ascoltato a fine maggio. I tre sono accusati di omicidio colposo e rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro.

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