Ora il Regno Unito trema veramente. La pandemia di Covid-19, infatti, sembra abbia ricominciato a correre, soprattutto in queste ultime settimane, quando la variante “inglese” del coronavirus, l’Alpha, è stata soppiantata dalla mutazione “indiana” del Sars-CoV-2, a sua volta denominata variante “Delta”. Nelle ultime 24 ore le autorità hanno riscontrato altri 11.007 nuovi casi di infezione, il che, a questo punto, potrebbe mettere a serio rischio il programma di riaperture messo a punto dal Premier Boris Johnson, già rinviato dal 21 giugno al 19 luglio.
Il Ministero della Salute inglese ha fatto sapere che le infezioni si stanno verificando soprattutto tra le persone non vaccinate, in particolare giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni. Nonostante la campagna vaccinale nel Regno Unito prosegui spedita, c’è ancora una fetta della popolazione che sembra restia a vaccinarsi, così come in ogni nazione. Il timore delle autorità mondiali è proprio quello che i non vaccinati si contagino con le nuove varianti, diffondendo nuovamente l’infezione da Covid-19.
Identificata nuova mutazione in Sudamerica
In Ingjilterra, e nel Regno Unito in generale, è stato calcolato che le nuove infezioni raddoppiano ogni 11 giorni. Nelle ultime settimane i contagi sono passate da poche migliaia al giorno, alle 11.000 attuali. “C’è una protezione molto buona per gli anziani che hanno virtualmente tutti ricevuto una doppia dose di vaccino e negli adulti di meno di 65 anni di età, la maggior parte dei contagi avviene fra coloro che non sono vaccinati” – così hanno spiegato le autorità.
Adesso la vaccinazione dovrebbe riguardare anche i minorenni, per cui ci si aspetta una drastica riduzione dei contagi nelle settimane a venire. Se così non avverrà, non è escluso che il Governo britannico possa emanare delle nuove restrizioni per poter contenere il contagio. La variante “indiana” sarebbe presente nel 90% dei nuovi casi.
E un altro allarme arriva dal Sudamerica, dove è stata riscontrata la variante “Lambda”. Si tratta di un nuovo ceppo di coronavirus Sars-CoV-2, sul quale sono ancora in corso i relativi studi. Tra l’altro, la stessa Organizzazione mondiale della Sanità, aveva avvisato che nei Paesi in cui il Covid-19 circola in maniera incontrollata è possibile che si creino nuove varianti.