L’ex consulente del governo USA: "La fuga del Covid dal laboratorio rimane l’ipotesi più plausibile"

David Asher, ex consulente del governo degli USA che ha diretto l’inchiesta sull’origine del Covid sotto l’amministrazione Trump, ha riferito che la fuga del virus da un laboratorio è l’unica ipotesi coerente con le informazioni in loro possesso.

L’ex consulente del governo USA: "La fuga del Covid dal laboratorio rimane l’ipotesi più plausibile"

Sin dalla sua prima apparizione, in molti hanno ipotizzato che il Covid potesse avere origine artificiale. Da più parti è stato ipotizzato che il virus sia riuscito in qualche modo a sfuggire al controllo degli operatori di un laboratorio di massima sicurezza, al cui interno vengono portati a termine pericolosi esperimenti biologici.

Nell’ultimo decennio, strutture di questo genere si sono moltiplicate in giro per il mondo. Non sempre sono state però realizzate adottando tutte le dovute precauzioni. A destare maggiori preoccupazioni sono quelle messe in piedi in alcuni Paesi dove gli standard di controllo non sono sufficientemente severi. Anche la realtà cinese continua ad allarmare soprattutto alcuni medici e politici statunitensi, convinti che l’artefice della pandemia sia fuggito da uno di questi laboratori.

Tra costoro, un ruolo di primo piano lo ha David Asher, ex consulente del governo a stelle e strisce, che da settembre 2020 a gennaio 2021 ha diretto l’inchiesta del Dipartimento di Stato sulle origini del virus. Il suo lavoro prestato sotto l’amministrazione Trump, ha raccolto sufficienti indizi da far ritenere più che possibile l’eventualità di una fuga del virus dal laboratorio di Wuhan.

Analizzando i dati raccolti dall’intelligence, di difficile spiegazione risulta essere la doppia sequenza CGG individuata nel genoma del Covid, caratteristica che lo rende particolarmente aggressivo. Dall’indagine è emerso che questa caratteristica non è presente in nessun altro coronavirus, ma è solitamente utilizzata dagli scienziati per modificare artificialmente il genoma. Di conseguenza questa mutazione ha reso la proteina Spike più temibile e il virus più infettivo.

Non da ultimo bisogna tener conto che all’inizio di novembre 2019, alcuni dipendenti dell’Istituto di virologia di Wuhan si erano ammalati, sviluppando sintomatologie simili a quelle del Covid. Per cercare di circoscrivere il dilagare del virus, era sceso in campo anche l’esercito. A coordinare le operazioni ci ha pensato uno specialista in fatto di armi biologiche e un esperto epidemiologico. Tutto ciò lascia indurre che l’Istituto aveva legami con la ricerca militare cinese. Tenendo poi conto che da almeno 15 anni la Cina considera la guerra biologica come la guerra del futuro, c’è anche da considerare che ad oggi il Paese asiatico non ha mai voluto collaborare per far luce sul Covid. Di conseguenza David Asher arriva a sostenere la tesi dell’origine accidentale della pandemia, concludendo che “la fuga da un laboratorio non è certa al 100%, ma a questo punto è la sola ipotesi che abbia un senso e che sia coerente con le informazioni in nostro possesso“.

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