Il mondo, l’Italia è piena di tantissime bellezze e la natura non finisce di sorprendere proprio per la sua maestosità e meraviglia. Peccato che certi luoghi, spesso, siano appannaggio di persone che la distruggono, magari per scattarsi un selfie. È proprio quanto successo a Brescia dove un magnifico campo di papaveri è stato distrutto per scattarsi dei selfie con il cellulare, destando la rabbia del sindaco della cittadina.
Un campo di papaveri a Barcuzzi a Lonato del Garda, in provincia di Brescia, attira tantissime persone proprio per la sua bellezza e meraviglia. Sono diversi i curiosi e i locali che, giungono sul posto, per ammirarlo. Purtroppo, alcuni di loro non si limitano ad ammirarlo, ma ne approfittano per addentrarsi tra le piante, attirando la rabbia del primo cittadino che si sfoga.
Alcuni, pur di scattare qualche selfie, lo hanno distrutto, rovinando le piante. Marco Togni, il sindaco di Montichiari, la cittadina vicina, denuncia tutto ciò condividendo anche un post sui social in cui mostra sia il prima che il dopo del campo di papaveri ridotto a condizioni pietose subito dopo l’assalto da parte dei curiosi e la loro mania per i selfie.
Marco Togni racconta che è impossibile non rimanere incantati e non vedere quella distesa rossa che inevitabilmente attira lo sguardo. Nella giornata di domenica 23 maggio, complice anche il fatto che ci fosse una bella giornata, sono in molti coloro che ne hanno approfittato per uscire, fare una passeggiata e scattare qualche fotografia al campo di papaveri.
Una foto tira l’altra e poi lo scempio che il primo cittadino racconta in questo modo: “Quello che hanno fatto nel campo lo si vede dalle foto fatte con il drone, complimenti a tutti, viviamo in un mondo di geni”. Non contento di ciò, decide di allargare il discorso e si sfoga così: “È questo il comportamento che ognuno di noi ha quotidianamente nelle piccole cose dall’esporre negli orari sbagliati e nei luoghi sbagliati la propria spazzatura sul marciapiedi, nel gettare carte, bottiglie, batterie o copertoni sulla strada. Tanto poi ci pensa qualcun altro a raccogliere e sistemare”.