Papa Francesco, oggi pomeriggio, 20 maggio 2021, ha visitato la sede dell’associazione “Scholas Occurrentes“, una organizzazione internazionale che si propone la missione “di rispondere alla chiamata a creare la cultura dell’incontro” mettendo insieme “i giovani in un’educazione che generi senso“.
Durante l’incontro il Pontefice si è collegato in diretta con le nuove sedi della Scholas, quella di Sydney, in Australia, di Valencia, in Spagna, e di Washington, negli USA e con la consolidata sede argentina della zona di El Impenetrable, nel Chaco. Un ragazzino, durante l’incontro, ha mostrato al Papa un pallone costruito con stracci e nastro adesivo, occasione per il Pontefice per parlare dell’importanza delle origini e del significato che esse hanno.
La palla di stracci
Il ragazzino nel mostrare la palla al Papa ha chiesto: “Ci spieghi perché per lei è importante questo ritorno alle origini, rappresentato da questa palla“. Senza troppa fatica il Pontefice ha cominciato a parlare del calcio povero, il calcio gratuito e non sofisticato. Questa palla, ha spiegato il Papa, rappresenta il calcio come momento di “incontro con gli altri“, un calcio vincente se confrontato con il calcio d’elite, sofisticato e che, secondo il Pontefice, rischia di essere il calcio che in realtà perde la “partita”.
Dimenticare il passato e le sue origini significa tagliare la storia, ha aggiunto il Papa, l’incontro aiuta a ritrovarla, a farla rinascere per questo possiamo dire che “la Storia è un capitale“. Questa palla di stracci aiuta a ricordare l’epoca in cui lo sport, era davvero un gioco, era qualcosa di gratuito “ed era molto più importante della sofisticazione“.
Ritornare là dove il calcio ha avuto inizio – ha concluso il Papa – significa ricordare che prima di tutto era un momento di “gratuità nell’incontrarsi gli uni con gli altri“. Ecco cosa significa la palla di stracci”. Se dimentichiamo questo “perdiamo la partita“.