Il Texas ha appena approvato una delle più controverse legislature degli ultimi anni provocando polemiche in tutti gli Stati Uniti. Nel paese americano non sarà più possibile l’aborto dopo la sesta settimana di gestazione, secondo la nuova legge appena ratificata dal Governatore Greg Abbott mercoledì 19 maggio.
La legislatura è considerata un divieto quasi assoluto di aborto, dato spesso accade che alla sesta settimana molte donne ancora non si sono rese conto di essere incinta. La legge si basa sul momento in cui il battito cardiaco del feto più essere rilevato per la prima volta, evento che succede alla sesta settimana di gestazione.
La legge entrerà in vigore il prossimo primo settembre, e non permette eccezioni per donne rimaste incinta in seguito a stupro o incesto. Solo nel caso in cui un dottore creda che esista una vera emergenza medica, sarà consentito considerare la possibilità di dare il permesso. La legge consente anche ai cittadini di fare causa a dottori o cliniche per l’aborto che svolgono la procedura.
Il Governatore Abbott ha festeggiato la legge, esagerando grossolanamente i numeri reali degli aborti negli Stati Uniti dicendo: “Il nostro creatore ci ha donato il diritto alla vita, ciononostante milioni di bambini perdono il loro diritto ogni anno a causa dell’aborto“. La legge è anticostituzionale ed in diretto contrasto con la decisione della Corte Suprema americana che nel caso Roe v. Wade del 1973 che legalizzò l’aborto.
Dyana Limon-Mercado, direttrice del Planned Parenthood del Texas, ha commentato: “Per una persona con un ciclo mestruale regolare, si tratta solo di due settimane dopo il primo periodo mancante. Se si considera il tempo che serve a confermare la gravidanza, pensare alle proprie opzioni, prendere una decisione e fissare un appuntamento conforme a tutte le restrizioni già imposte dai politici finora, bandire un aborto dalla sesta settimana vuol dire bandire del tutto l’aborto“.