Milano: sequestrata e riempita di botte, ma il giudice riduce la pena all’aguzzino

Dopo le botte e i maltrattamenti ricevuti, una donna perde nuovamente contro la legge italiana che riduce la pena di reclusione al suo aguzzino. Pioggia di commenti sui social.

Milano: sequestrata e riempita di botte, ma il giudice riduce la pena all’aguzzino

Nei tribunali compare in alto un grande logo con la scritta “La legge è uguale per tutti”. Peccato non sia sempre così, in quanto capita spesso che coloro che commettono violenze, maltrattamenti, non ricevano la giusta pena che gli spetterebbe. Un fatto del genere è accaduto a Milano dove il giudice ha ridotto la pena a un uomo responsabile di pestaggio e maltrattamenti alla fidanzata. Vediamo la sua storia e come si sono svolti i fatti narrati. 

Beatrice Franceschini, la vittima, è una donna che è riuscita a sopravvivere, nonostante i maltrattamenti e le sevizie. Si può definire una “miracolata”. I fatti risalgono al gennaio 2009 quando la donna è stata portata in elicottero al Policlinico di Milano dove si è presentata con una serie di fratture multiple, escoriazioni, a seguito di una caduta dal secondo piano del palazzo in cui viveva. 

Ciò che è successo a Beatrice non è stato un incidente, ma neanche un tentativo di suicidio, quanto l’unico modo per lei di ritrovare e conquistare la sua libertà per poter sfuggire dal fidanzato aguzzino che l’ha tenuta segregata in casa e l’ha riempita di botte per 4 giorni consecutivi. Purtroppo, però, la legge ci mette lo zampino con il giudice che ha deciso di ridurre la pena al suo aguzzino. 

Il suo aguzzino è conosciuto con il nome di guru del corallo, dal momento che in passato drogava le sue vittime con una sostanza che si ricavava dai funghi del corallo. Beatrice, oggi sta bene, fisicamente, ma si aspettava di avere giustizia. Una giustizia che, purtroppo, non è mai arrivata. 

Nella sentenza di primo grado, l’uomo ha ricevuto, per le violenze e i maltrattamenti, una condanna a 6 anni di reclusione che sono stati ridotti a 4, in seguito a una perizia psichiatrica. Beatrice ha ricevuto un risarcimento provvisionale del valore di 10 mila Euro. Una vicenda che l’ha lasciata con l’amaro in bocca al punto che, sui social, ha deciso di raccontare la sua storia ricevendo tantissimi commenti di supporto e di appoggio, ma anche di rabbia per la legge italiana. 

Nel suo account di Facebook, Beatrice ha pubblicato una foto con il suo viso completamente tumefatto accompagnata dal seguente testo:  “Auguro a questi giudici di passate quello che ho passato io per la metà del tempo; POI mi verranno a dire se questo tempo lo considerano ancora poco”.

Continua a leggere su Fidelity News