Mette la figlia di 3 anni in acqua bollente e la uccide: era stanco di doverle pulire la diarrea

Un uomo, irritato di dover continuamente pulire la figlia di 3 anni colpita da diarrea, l'ha messa per punizione in una vasca di acqua bollente, uccidendola.

Mette la figlia di 3 anni in acqua bollente e la uccide: era stanco di doverle pulire la diarrea

Una tragedia terribile che arriva dalla città di Ajdabiya, nella regione libica della Cireanaica. Qui la piccola Rabiha Khaled Abdel Hamid è morta a causa delle ustioni gravissime riportate su tutto il corpicino. La bambina, di soli 3 anni, sarebbe stata costretta dal padre a sedersi in una vasca di acqua bollente per punizione.

Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo sarebbe andato in escandescenza perchè stanco di dover pulire continuamente la piccola, colpita da diarrea. Purtroppo Rabiha non ce l’ha fatta, nonostante il trasporto in ospedale non appena i familiari si sono resi conto dell’accaduto ed è deceduta per le gravi condizioni in cui è stata trovata.

Le prime ricostruzioni

Dai dettagli forniti dal Dipartimento Investigativo Criminale, il padre ha presumibilmente colpito la bambina con una corda, prima di costringerla a sedersi nella vasca da bagno con l’acqua bollente e prima di rinchiuderla in una stanza fino alle 21:00, orario in cui il resto della famiglia si sarebbe accorto delle condizioni della piccola.

L’uomo, un tossicodipendente, ha provato a giustificare l’accaduto, dicendo che la figlioletta si era ustionata in un incidente domestico, versandosi dell’acqua bollente sul corpicino, ma durante l’interrogatorio ha confessato, ricostruendo come si sono svolti effettivamente i fatti. Ancora non si sa se la madre abbia partecipato attivamente alla tragedia o se sia stata interrogata per aver consentito l’incidente.

Questa triste vicenda mi ricorda quella avvenuta a luglio del 2020 nel quartiere Prenestino di Roma, dove un 41enne, in stato di alterazione e visibilmente ubriaco, venne arrestato dopo che, al culmine di una lite con la moglie, afferrò il figlio di 7 mesi, gettandogli contro dell’acqua bollente. Il piccolo riportò ustioni di primo e secondo grado sulla parte superiore degli arti e nella zona inguinale. Il gesto, in quel caso, venne fatto per vendetta nei confronti della compagna, “colpevole” di averlo rimproverato per il suo stato.

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