Covid-19, Andrea Crisanti: "Tra 2-3 mesi situazione simile a quella del Regno Unito"

Lo ha spiegato il microbiologo dell'Università di Padova durante un'intervista alla trasmissione Agorà, andata in onda su Rai 3. L'esperto si è detto ottimista per il prossimo futuro, anche se per le riaperture avrebbe ancora aspettato qualche settimana.

Covid-19, Andrea Crisanti: "Tra 2-3 mesi situazione simile a quella del Regno Unito"

Il Covid-19 pare stia lentamente allentando la morsa nel nostro Paese, dopo un inverno in cui tutti abbiamo sofferto per le foritssime restrizioni imposte alle libertà personali. Restrizioni che si sono rivelate efficaci per fare calare drasticamente il numero dei contagi. Con l’inizio delle vaccinazioni, che sono andate lente per qualche settimana, si comincia però a vedere la luce in fondo al tunnel. Secondo il microbiologo dell’Università di Padova, Andrea Crisanti, se le vaccinazioni continueranno a questo ritmo, tra due o tre mesi potremo avere una situazione simile a quella del Regno Unito o di Israele.

“Ad agosto saremo più liberi, ma poi la sfida sarà quella di rimanere tali” – così ha affermato l’esperto durante un’intervista alla trasmissione Agorà, andata in onda su Rai 3. Per quanto riguarda le riaperture, Crisanti ha spiegato che sarebbe stato più opportuno aspettare altre 2-3 settimane, questo in modo da rallentare ulteriormente la circolazione del Covid-19. “Si è deciso di far correre rischi inutili alle persone fragili solo per non aspettare 2-3 settimane” – questo è il pensiero di Crisanti. 

L’esperto: “Paesi ricchi acquistino vaccini per quelli poveri”

Il microbiologo padovano ha parlato poi della necessità, anche urgente, di far arrivare milioni di dosi di vaccino ai Paesi poveri, che stanno soffrendo a causa della mancanza di questi sieri. Per questo si renderebbe necessario sospendere i brevetti in modo da far produrre alle nazioni povere le quantità di siero che serve per far fronte all’emergenza. 

La liberalizzazione dei brevetti, comunque, “non consentirà di incrementare subito la produzione, perché bisogna anche capire quali società li detengono visto che si tratta di sistemi modulari” – così ha spiegato l’esperto ad Agorà. Insomma c’è bisogno di fare qualcosa affinchè i sieri arrivino immediatamente alle nazioni in difficoltà.

Crisanti propone che siano i Paesi ricchi ad acquistare vaccini in quantità superiore al proprio fabbisogno, in modo da donarli a quei Paesi che ne hanno fortemente bisogno. “La cosa migliore da fare è quella di pagare di più i vaccini e inviarli ai paesi in via di sviluppo a prezzi favorevoli” – così conclude la sua intervista il microbiologo veneto.

Continua a leggere su Fidelity News