La situazione in India, come mostrano anche le immagini dei telegiornali, sta crescendo in modo esponenziale ogni giorno di più, con tantissime vittime a causa del Covid. Una situazione davvero preoccupante in quanto gli ospedali non sanno più come affrontare questa terribile emergenza, dal momento che mancano anche i mezzi adeguati. Proprio per questa ragione, l’Italia ha deciso di giungere in soccorso del popolo indiano fornendo tutto il materiale necessario per fronteggiare questa epidemia. Vediamo come si è deciso di intervenire.
Proprio nella giornata di domenica 2 maggio è partito da Torino e, per la precisione, dall’aeroporto di Caselle, un team italiano composto, per la maggior parte, dal personale della Maxiemergenza 118 della Regione Piemonte, insieme a un medico della Lombardia e a un rappresentante del Ministero della Salute in modo da fornire mezzi di soccorso e aiuti all’India che sta vivendo una situazione disperata a causa della pandemia dovuta al Covid.
Una missione che è coordinata dalla Protezione Civile e da Mario Raviolo, il responsabile della Maxiemergenza del Piemonte e che porterà all’India diversi soccorsi e aiuti, quali un sistema per produrre ossigeno per rifornire l’intero ospedale e di cui l’India è carente, oltre a tantissimi respiratori polmonari che sono che sono donati dalla Struttura del Commissario straordinario per l’Emergenza coronavirus.
Grazie al Ministero della Difesa che si è impegnato nel contrastare la pandemia, si è messo a disposizione un C-130 in modo da imbarcare sia il personale, ma anche gli aiuti umanitari utili a fronteggiare questa emergenza in India con tantissimi morti ogni giorno. Una missione della durata di un paio di settimane, il cui obiettivo ultimo è l’ITBP Hospital di Greater Noida, Delhi.
Gli aiuti non riguardano soltanto i mezzi di soccorso utili, ma anche le apparecchiature adeguate, oltre alla formazione di addetti del personale, grazie anche a un team di professionisti del settore, tra cui tre medici specializzati, due infermieri, un anestesista, un infettivologo, un urgentista e quattro tecnici.