Parigi, nel cuore storico e allo stesso tempo facoltoso della capitale si viene a conoscenza di un fatto che ha dell’incredibile. Si scopre infatti che presso l’abbazia Saint-Germain-des-Prés, il sacerdote del luogo religioso è stato licenziato ed in seguito accusato dalle autorità competenti di aver rubato una gran parte delle offerte elargite dai fedeli, unicamente per soddisfare i propri torna conti.
La notizia è stata raccontata dal quotidiano francese Le Monde, che riporta del licenziamento del sacerdote 62enne, Georges C. nel lontano 2017, dopo essere stato trovato in possesso di alcune banconote segnate con un pennarello verde da parte dei preti, così da incastrare il sacerdote.
Le proprietà e i beni di lusso del sacerdote
E pensare che erano in tanti ad avere piena fiducia nel sacerdote, descrivendolo come una persona onesta e a modo, ma a quanto pare l’uomo in questione celava tanti segreti insieme a sua moglie, che nella chiese aveva il ruolo di perpetua. Nonostante l’abbazia Saint-Germain-des-Prés si trovasse in un quartiere molto facoltoso di Parigi, frequentato da persone molto ricche, oltre ad essere meta di numerosi turisti che da sempre rilasciavano anche cospicue offerte, ogni anno i preti notavano sempre enormi ammanchi dalle casse della chiesa, così sono iniziate le indagini.
Oltre al denaro segnato in verde, dall’ammontare di 320 euro, nella casa del sacerdote sono stati trovati altri contanti e le chiavi di ben nove automobili e di due roulotte. Le autorità hanno così deciso di vederci chiaro sulla faccenda, andando così a controllare il conto in banca del prete, scoprendo che soltanto nel 2017 erano stati effettuati versamenti in banca dal valore di 100 mila euro.
Ma le sorprese non sono per nulla terminate; andando ancora a fondo la polizia ha poi rintracciato ben quattro appartamenti a Parigi, due in banlieue, oltre alla gestione di quattro società, di cui una di prodotti petroliferi.
Il parroco ha tentato di giustificare ogni suo possedimento, partendo dalle case, pagate con una serie di prestiti ed in seguito rientrato dei soldi tramite gli affitti, ma le autorità hanno scoperto che solo un prestito risulta essere sottoscritto. Inoltre ha poi negato che il denaro provenisse dalle offerte della chiesa, affermando che sono il frutto di anni di lavoro nelle vesti di muratore, mentre le auto di lusso sono stato comprato all’asta a prezzi davvero irrisori.
Ovviamente il racconto è stato poco credibile da parte delle autorità ma ad oggi risulta impossibile quantificare il danno procurato dal sacerdote, così i preti dell’abbazia hanno deciso di richiedere un risarcimento di 80 mila euro, comprendenti anche i danni morali, rinunciando così ad indagare sugli anni precedenti.