Dopo un lungo e faticoso periodo di battaglie legali, il governo della Nuova Zelanda, ha riconosciuto agli Aborigeni la proprietà della tipica danza Haka, conosciuta semplicemente come la danza di guerra dei Maori, il popolo che dalla Polinesia giunse in Nuova Zelanda navigando l’Oceano Pacifico.
In realtà si tratta di un rito ancestrale antico che si perde nella notte dei tempi ed esprime diversi sentimenti: dal benvenuto alla gioia, dalla sfida al disprezzo, dalla gioia al dolore. Inoltre è stato accreditato al popolo autoctono un risarcimento di circa 121 milioni di euro e di alcuni terreni, per riparare agli abusi storici commessi dai colonizzatori inglesi.
La stessa Italia era stata contestata per aver profanato la danza Maori, sfruttata come prodotto pubblicitario in uno spot della Fiat Idea, dove si vedevano delle mamme interpretare la coreografia Haka. Recentemente si è stabilito che i diritti della danza Haka sono patrimonio della tribù Ngati Toa, la stessa a cui apparteneva Te Rauparaha, il noto capo-guerriero che la compose nel 1820, dopo essere sopravvissuto ad una feroce battaglia.
E solo ai famosi giocatori All Blacks (Tutti Neri) della nazionale del rugby è stato concesso di usare la Ka Mate, uno dei tanti stili della Haka, utilizzato per intimorire gli avversari prima ad ogni partita dopo gli inni nazionali, a cui è stato aggiunto un salto in alto con gambe ripiegate alla fine del rituale, in modo da rendere la loro esibizione più scenografica e impressionante. Gli elementi essenziali della Haka sono gli occhi dilatati, la linguaccia, i battiti violenti sul petto e l’emissione di un verso acuto e stridulo.
Una performance di potenza e coraggio che si ricollega idealmente allo spirito guerriero dei Maori, anche se la Haka non è solo eseguita dagli All Blacks, ma anche dalla nazionale di pallacanestro, dagli studenti e dai soldati, occupando una parte molto importante nella vita dei discendenti dai Maori, considerata un vero e proprio orgoglio della loro identità nazionale.