Parte l’ok per l’esperimento della pistola elettrica Taser, che prevede l’utilizzo da parte della Polizia. A dare il via un emendamento di Gregorio Fontana, deputato di Fi, fatto al decreto stadi già approvato dalle commissioni Giustizia e Affari Costituzionali della Camera. Una lamentela è stata avanzata dai grillini, che hanno criticato l’urgenza di inserire l’utilizzo della pistola elettrica in un decreto legge, che secondo loro non era necessaria.
In seguito alla riformulazione eseguita dal viceministro Filippo Bubbico l’emendamento è stato approvato e la sua rettifica stabilisce che la sperimentazione della pistola Taser debba avvenire “con le necessarie cautele per la salute e l’incolumità pubblica e secondo principi di precauzione e previa intesa con il Ministro della Salute”.
Soddisfatto il promotore dell’emendamento, Gregorio Fontana, che ha dichiarato: “E’ stato fatto un primo passo vero l’introduzione del Taser come strumento in dotazione alle Forze dell’Ordine. C’è da augurarsi che la condizione posta dalla riformulazione dell’emendamento non si trasformi in una manovra ostativa, verso un’operazione di ammodernamento tecnologico, di estrema utilità per gli operatori della sicurezza e per tutti i cittadini”.
In effetti, la pistola elettrica Taser non è un’arma letale, produce semplicemente una scarica elettrica innocua per la persona colpita, che la rende però inoffensiva per qualche secondo. In quel frangente le Forze dell’Ordine hanno più probabilità per acciuffarle. La sua introduzione nelle operazioni è stata dettata dalla possibilità di ridurre i rischi per l’incolumità personale degli agenti ma anche per ridimensionare il numero delle vittime. La pistola elettrica Taser è stata ampiamente sperimenatata negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Francia e in Svizzera.
Un’altra novità è stata introdotta nelle divise, però ancora non obbligatoria: infatti la Polizia potrà utilizzare delle piccole telecamere che si possono indossare durante le manifestazioni pubbliche, ma solo se è strettamente necessario. A stabilirlo il Garante della privacy che ha dato un ampio parere sui nuovi sistemi di sicurezza avviati in via sperimentale dai vari Dipartimenti nelle città di Torino, Milano, Roma e Napoli. Nuove introduzioni, dunque, che dovrebbero evitare il ripetersi di alcuni incidenti che, come nel passato, hanno provocato morti a volte per sbaglio e spesso non è stato possibile accertarne le responsabilità.