Argentina, femminicidio di Liliana Stefanotto: è stata uccisa dall’ex compagno che aveva denunciato

Liliana Stefanotto è stata uccisa in Argentina, dove si era trasferita definitivamente dopo la separazione dal marito, dall'ex compagno che aveva denunciato nel 2019.

Argentina, femminicidio di Liliana Stefanotto: è stata uccisa dall’ex compagno che aveva denunciato

Ennesimo femminicidio, quello che arriva dall‘Argentina. È stato scoperto lunedì scorso. La vittima è Liliana Stefanotto, 54 anni, uccisa dall’ex compagno 45enne Ignacio Emilio Aldeco, nella sua sua casa di Villa Maria. 

La vittima nel 201, aveva denunciato il suo carnefice per violenza, reato per cui era richiesto l’arresto, ma era stato deciso di lasciarlo in libertà in attesa del processo, rimandato per pandemia e, di fatto, mai celebrato. Il killer, incastrato dalle testimonianze e dalle videocamere di sorveglianza, è stato rapidamente arrestato, senza opporre resistenza ma l’atrocità del delitto ha sconvolto l’Argentina. 

L’accaduto

Liliana non c’è più, è stata massacrata con alcuni colpi alla testa da un uomo che dovevaessere in cella dopo la richiesta di detenzione preventiva ma che, invece, in libertà, ha scagliato su di lei una ferocia incredibile. La donna aveva vissuto a lungo a Ciano d’Enza, si era sposata, aveva avuto un figlio ma il destino è stato crudele con lei, dato che proprio il figlio 21enne, Andrea Grizzi, è venuto a mancare, a causa di un’incidente stradale, nella Val d’Enza Maggiore.

Separatasi dal marito, la vittima aveva scelto di trasferirsi definitivamente in Argentina, dove ha trovato la morte proprio per mano di chi, un tempo, l’aveva amata.  Ignacio Emilio Ardeco è accusato di omicidio aggravato dal vincolo della parentela e dalla violenza di genere.Secondo i media locali, pare che il killer avesse anche altre denunce per violenza a suo carico e sembra che Liliana, di recente, lo avesse perdonato. 

In Argentina i femminicidi, accentuatisi con la pandemia e il lockdown imposto, rappresentano una piaga enorme. Camila, Priscila, Jesica, Olga sono solo una piccola parte delle donne picchiate, pugnalate, fucilate, impiccate, proprio all’interno del luogo che ritenevano più sicuro, tra le mura domestiche. In molte avevano denunciato ma non sono riuscite ugualmente a salvarsi.

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