É stata scelta Rimini, provincia dell’Emilia Romagna, come città della Memoria 2021, decisione scaturita dal Comitato di coordinamento per le manifestazioni in onore della Shoah, costituito presso la presidenza del Consiglio dei ministri, su iniziative del ministero dell’Interno e in sinergia con l’Unione delle Comunità ebraiche. Tutti i progetti culturali per ricordare l’Olocausto si svolgeranno on line e in diretta streaming, per rispettare i protocolli di contrasto alla diffusione della pandemia covid 19.
La città di Rimini è stata la prima amministrazione pubblica a organizzare i viaggi educativi in direzione dei campi di concentramento, dove venivano internati ebrei, testimoni di Geova, zingari Rom, oppositori politici e omosessuali. Campi di prigionia e di lavoro presenti anche sul suolo italiano come quello di Riviera San Sabba, Fossoli, Bolzano, Borgo San Dalmazzo e Ferramonti di Tarsia. Luoghi di transito prima di affrontare l’ultimo viaggio senza ritorno per il campo di sterminio polacco di Auschwitz – Birkenau. Un vero e proprio lager di morte che poteva avvenire tramite le fucilazioni di massa, le camere a gas e i forni crematori, di cui potevano essere vittime indistintamete i bambini, i disabili, gli anziani, gli uomini e le donne.
Un calendario ricco di eventi, dall’esecuzione del Kaddish di Maurice Ravel, il canto funebre ebraico, al convegno sulla Shoah in Italia, vittime, carnefici e salvatori, sino alla mostra del 1938-1945 sulla persecuzione degli ebrei in Italia, nella giornata del 26 gennaio presso il teatro Galli.
Mentre il 28 gennaio è previsto il ciclo di conferenze delle Zone grigie e Cattive memorie e le relazioni incentrate su Adolf Eichmann per ripensare alla banalità del male e su Alessandro Pavolini, un ministro fascista in famiglia, memoria e generazioni. Successivamente, il 31 gennaio è stata fissata la visita guidata sulla Rimini ebraica, seguito dall’appuntamento con la storia locale del 12 febbraio sulla persecuzione antiebraica nel riminese e nell’entroterra, tra il 1938 e il 1944.
In prossimità della celebrazione della “Giornata della memoria” del 27 gennaio, giorno in cui nel 1945 le truppe dell’Armata Rossa, liberarono il campo di sterminio di Auschwitz, è doveroso continuare a ricordare le leggi razziali emanate dal nazismo e sostenute dal fascismo, in nome della superiorità della razza ariana: le persone cacciate dai posti di lavoro, i bambini espulsi dalle scuole, il divieto di salire sui mezzi pubblici, la stella di David e i triangoli sul petto, i disegni e le poesie del ghetto di Terezin custoditi nella valigia dell’insegnante Friedl Dicker Brandeis, i neonati malati soppressi negli istituti pediatrici, e il genocidio dell’intero popolo ebraico.