Covid-19, la Cina non dà il via libera alla missione dell’Oms a Wuhan: forse problemi di visti

Il direttore dell'agenzia Onu, Tedros Adanhom Ghebreyesus, si dice molto deluso dal comportamento del Governo di Pechino. Due scienziati scelti dall'Oms erano già partiti per il Paese asiatico, ma l'indagine sull'origine della pandemia non decolla.

Covid-19, la Cina non dà il via libera alla missione dell’Oms a Wuhan: forse problemi di visti

L’origine del coronavirus Sars-CoV-2 rimane ancora un mistero. Per questo l’Organizzazione mondiale della Sanità, coordinata dal direttore Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha deciso di inviare una missione con una decina di scienziati scelti dall’agenzia Onu per fare chiarezza su quanto accaduto a Wuhan, capoluogo dell’Hubei.

Si vuole capire, infatti, da dove sia partito il virus e se davvero c’entri qualcosa il wet market di Wuhan, lì dove si vendono tante specie di animali, molti dei quali ancora vivi. Il Governo di Pechino, però, in queste ore ha negato l’inizio della missione, forse a causa di problemi burocratici legati ai visti degli scienziati. Per questo uno di loro, dopo essere partito è tornato indietro, mentre un altro si è fermato in un’altra nazione attendendo l’ok da parte delle autorità. 

Ghebreyesus si dice molto deluso dal comportamto avuto dal Governo cinese, per questo si augura che la faccenda venga risolta presto, e che il gruppo di ricerca possa cominciare presto i lavori. Tra l’altro in questi mesi la Cina sta cercando di scrollarsi di dosso l’immagine del Paese da cui è partita la pandemia, che ormai ha quasi provocato 2 milioni di morti e oltre 86 milioni di contagi nel mondo. Il Governo cinese crede che il patogeno possa essere anche giunto dall’estero, in quanto tracce di Sars-CoV-2 sono state trovate sugli imballaggi dei cibi importati. 

Team di ricerca resterà in Cina per sei settimane

Negli scorsi giorni l’Oms e l’Esecutivo cinese presieduto da Xi Jinping, hanno raggiunto un accordo, il quale prevede che il team dell’agenzia Onu rimanga sul territorio nazionale per sei settimane. Sarà quello il tempo in cui gli scienziati dovranno acquisire quante più prove possibili per stabilire da dove sia arrivato il Covid-19. Per prima cosa gli esperti provvederanno a sentire i lavoratori del wet market di Wuhan, in modo da capire quali siano state le modalità del contagio

Ancora però non è dato sapere se gli scienziati possano visitare il laboratorio di virologia di Wuhan, il P4, struttura al centro di molte polemiche e teorie del complotto, le quali vogliono che il coronavirus sia uscito accidentalmente da qui e poi diffuso in tutto il mondo. Per alcuni il mercato di Wuhan non è il luogo d’origine del virus, ma il posto in cui si sarebbero verificati i primi focolai. Tutti dettagli che presto o tardi dovranno essere chiariti. 

Era il 31 dicembre 2019 quando la Cina riferì all’Oms che sul suo territorio nazionale, e soprattutto a Wuhan, si stesse diffondendo una malattia misteriosa, che poi sarebbe stata chiamata appunto Covid-19. Al momento la pandemia ha cambiato, anzi stravolto, la vita di miliardi di persone in tutto il pianeta. Un altro agente patogeno simile al Sars-CoV-2 era stato individuato nel “ferro di cavallo minore”, una specie di pipistrello. Uno degli obiettivi della squadra di ricercatori dell’Oms che andrà a Wuhan sarà quello di analizzare i campioni umani e animali dove è stato isolato il virus, sempre che questi non siano stati distrutti

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