Le restrizioni imposte dal governo per contenere il Coronavirus non sono mai state veramente tollerate dagli italiani, ma qualcuno è andato oltre con le proteste e adesso rischia il carcere. Si tratta di una donna livornese di 40 anni, Annalisa Logozzo, professione imprenditrice, che attraverso i social network ha tentato di sobillare i cittadini, invitandoli a violare le restrizioni del governo e a uscire di casa, riversandosi per strada.
La donna usava il suo profilo Facebook per lanciare il messaggio sedizioso. Probabilmente la donna dev’essere una di quegli imprenditori pesantemente penalizzati dalla chiusura del Paese e questo l’ha spinta a incitare tutti a ribellarsi al governo, fornendo anche indicazioni sui posti di blocco presenti in città per evitare i controlli e multe salatissime.
Dopo mesi di indagini, la Procura di Livorno ha chiesto il rinvio a giudizio per la donna, accusandola di istigazione a disobbedire alle leggi, sovvertimento dell’ordine pubblico e vilipendio della Repubblica. Le indagini erano partire nel marzo del 2020, in piena pandemia da Covid, dopo la segnalazione di alcuni video che la donna aveva pubblicato su Facebook (poi oscurato).
In quei video, la giovane imprenditrice invitava le persone a uscire di casa per ribellarsi a quello che definiva un abuso di potere da parte del governo. Un sentimento esasperato, in parte condivisibile, ma che ha portato la donna a esagerare con le accuse, puntando il dito contro lo Stato italiano, da lei dipinto con toni coloriti, e diffondendo messaggi di stampo sovversivo.
Per la legge, la donna ha oltrepassato il limite garantito dalla Costituzione, quello che permette a tutti di manifestare il proprio pensiero, perché, oltre ad aver offeso pesantemente e denigrato le istituzioni, ha invitato ripetutamente i cittadini a insorgere contro le regole anti-Covid, rendendosi colpevole di tentata sovversione e rischiando adesso cinque anni di carcere.