Crotone: evade dai domiciliari, "Meglio in carcere che con mia moglie". Assolto

A Crotone un uomo preferisce trascorrere gli arresti domiciliari in carcere con tutte le privazioni che ciò comporta piuttosto che a casa con la moglie a causa dei continui litigi. Ecco come sono andati i fatti.

Crotone: evade dai domiciliari, "Meglio in carcere che con mia moglie". Assolto

Per chi sta in carcere da tanto tempo, riassaporare la libertà deve essere una vittoria immensa. Tornare a casa dalla propria famiglia e cercare di riavere, per quanto possibile, la propria normalità. Il ritorno a casa, tra i propri cari, è qualcosa di unico. Peccato che la stessa sorte non sia accaduta a un uomo che ha preferito il carcere alla moglie e alla famiglia. Vediamo come sono andati i fatti qui narrati. 

La vicenda risale a tre anni fa, quando l’uomo ha deciso, in seguito a un rapporto difficile con la moglie, di restare in carcere piuttosto che preferire gli arresti domiciliari. L’uomo, originario di Isola Capo Rizzuto, a Crotone, ha subito una condanna di primo e secondo grado per cui è stato sottoposto agli arresti domiciliari.

Nel 2017 era finito agli arresti domiciliari per il possesso di un’arma, ma pur di stare in casa con la moglie si è recato alla stazione dei Carabinieri, a pochi pressi dalla sua abitazione, chiedendo di essere incarcerato. Il maresciallo gli ha intimato di tornare a casa oppure lo avrebbe arrestato, ma lui ha ribattuto dicendo che avrebbe preferito andare dalla sua mamma. 

A quel punto, i giudici hanno deciso di assecondare la sua decisione ed è tornato in carcere con l’accusa di condanna per il reato di evasione dai domiciliari. Il suo avvocato, Vincenzo Girasole, ha deciso di non arrendersi e rivolgendosi alla Cassazione che lo ha assolto, ha fatto in modo che l’uomo passasse gli arresti domiciliari a casa della madre, come già richiesto. 

I giudici della Corte di Cassazione lo hanno assolto assecondandolo e ammettendo che «l’ipotesi di una evasione per scopi diversi da quelli dichiarati dall’imputato confligge con la stessa descrizione del fatto contenuta nel capo di imputazione, in cui l’allontanamento viene descritto in modo corrispondente alla versione resa dall’imputato». La sentenza è stata annullata in quanto il fatto risulta non essere punibile.

Per dovere di cronaca, l’uomo è ora libero ed è tornato a vivere con la moglie, il che fa pensare che i rapporti tra i due si siano allentati. 

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