Sono trascorsi esattamente 3 mesi dall’efferato duplice omicidio della palazzina di via Montello, nei pressi della stazione ferroviaria, a Lecce. Ora la Procura di Lecce, ritenendo superflua l’udienza preliminare, per la ben chiara ricostruzione di fatti e circostanze e per le prove raccolte a carico del giovane, ha chiesto il giudizio immediato nei confronti del giovane infermiere 21enne di Casarano, Antonio De Marco, assassino reo confesso dell’arbitro di calcio Daniele De Santis, 33enne, leccese e della fidanzata 31enne Eleonora Manta, funzionaria Inps.
Sul tavolo dell’accusa, nelle ultime settimane, numerosi audio di telefonate e intercettazioni ambientali, estrapolati da pc, tablet e tramite una chiavetta usb, oltre ad una lettera di confessione dell’omicidio ad un’amica, ritrovata nella cartella “bozze” dell’indirizzo mail del killer. A ciò si aggiunge la pagina del suo diario, rinvenuto nell’abitazione di Via Flaming, in cui il ragazzo, un mese prima della commissione del duplice omicidio, scriveva: “Ucciderò Daniele”.
Il pool dei magistrati della procura leccese, guidata da Leonardo Leone De Castris, con i procuratori aggiunti Elsa Valeria Mignone e Giuglielmo Cataldi, e con il sostituto Maria Consolata Moschettini, hanno deciso di presentare l’istanza al gip per la celebrazione diretta del processo.
Il duplice omicidio
Antonio De Marco è stato arrestato il 28 settembre scorso dai carabinieri di Lecce, ad una settimana di distanza dal ritrovamento dei cadaveri di Eleonora e Daniele. La sera del duplice omicidio, il 21 settembre, il giovane, ex coinquilino della coppia, ha fatto irruzione nell’appartamento e, con un coltello, si è scagliato con ferocia sui corpi delle povere vittime che non hanno avuto scampo.
Ora sarà lo stesso giudice per le indagini preliminari a doversi esprimere formalmente sulla richiesta, giunta sul suo tavolo, firmando la richiesta di giudizio immediato presentata dall’accusa. L’assassino è detenuto dal 28 settembre nel Carcere di Borgo San Nicola, accusato di duplice omicidio, aggravato dalla premeditazione e crudeltà oltre che di porto abusivo di arma bianca.