Uno dei 4 criteri fondametali della convivenza civile, per Papa Francesco, è che “la realtà è più forte dell’idea” e la realtà oggi si chiama Covid-19, mentre l’idea sono quei principi su cui, forse, la Chiesa di Bergoglio è disposta a cedere se si tratta di salvare vite già esistenti. Il documento con cui il Vaticamo ha aperto le porte ai vaccini sviluppati grazie alla ricerca sui feti abortiti reca la firma del Papa.
Il quesito morale sulla liceità d’uso, per un cattolico, di vaccini del genere era arrivato, tempo fa, alla Congregazione della dottrina della Fede, organo custode dell’ortodossia cattolica. Oggi, proprio in una nota pubblicata da tale Congregazione, si legge che è moralmente accettabile utilizzare vaccini anti-Covid che hanno usato linee cellulari provenienti da feti abortiti nel loro processo di ricerca e produzione.
Perchè vaccini anti-Covid prodotti da feti abortiti sono moralmente leciti
La ragione fondamentale per cui l’uso di vaccini anti-Covid, prodotti da feti abortiti, sono considerati moralmente leciti, è che il tipo di cooperazione al male dell’aborto procurato da cui provengono le medesime linee cellulari è remota, aggiungendo che il dovere morale di evitare tale cooperazione materiale passiva non è vincolane se vi è un grave pericolo, come la diffusione, altrimenti incontenibile, di una pandemia che richiede che si possano usare tutte le vaccinazioni riconosciute.
La vaccinazione, specifica la Chiesa, non è, di norma, un obbligo morale e che, perciò, deve essere volontaria. In ogni caso, dal punto di vista etico, la moralità della vaccinazione dipende non soltanto dal dovere di tutela della propria salute, ma anche da quello del perseguimento del bene comune. Coloro che per motivi di coscienza rifiutano i vaccini prodotti con linee cellulari provenienti da feti abortiti, devono evitare ogni rischio per la salute di coloro che non possono essere vaccinati per motivi clinici o di altra natura, e che sono le persone più vulnerabili.
Quanto all’industria farmaceutica e ai governi dovrebbero garantire che i vaccini, efficaci e sicuri dal punto di vista sanitario, nonché eticamente accettabili, siano accessibili anche ai Paesi più poveri ed in modo non oneroso per loro. La mancanza di accesso ai vaccini, altrimenti, diverrebbe un altro motivo di discriminazione e di ingiustizia che condanna i Paesi poveri a continuare a vivere nell’indigenza sanitaria ed economica.