Infermiere muore di covid: “Era uno degli angeli del San Filippo Neri di Roma”

"Il nostro Lucianone non ce l’ha fatta. Un gigante di più di due metri, uno degli angeli del San Filippo, intento a curare i pazienti e a proteggere con la sua imponenza i colleghi dai medesimi, è morto dopo aver contratto il Covid"

Infermiere muore di covid: “Era uno degli angeli del San Filippo Neri di Roma”

E’ mancato positivo al covid 19 all’età di 48 anni Luciano Quaglieri, infermiere impegnato nella guerra che tutti i giorni si scatena tra i corridoi e i reparti del covid dei nostri ospedali.

Lavorava presso l’ospedale San Filippo Neri di Roma. Era soprannominato il gigante buono data la sua altezza superiore ai due metri.

A dare la notizia è stata l’Asl Rm1 che col suo profilo social ha dichiarato la sua vicinanza alla famiglia sottolineando la serietà e l’impegno che Luciano metteva nel suo lavoro ogni giorno. Ecco le loro parole: “È con profondo cordoglio che partecipiamo la scomparsa di Luciano Quaglieri, infermiere del pronto soccorso del San Filippo Neri. Il nostro saluto d’addio è per un professionista riconosciuto da tutti per l’impegno e la dedizione al suo lavoro. Esprimiamo sincera partecipazione e vicinanza con affetto alla famiglia, certi di interpretare il sentire di tutta la comunità aziendale”.

I colleghi dichiarano: “Era un gigante buono, ci mancherà”. Parole che stringono lo stomaco, parole che fanno riflettere su quanti eroi ci sono ogni giorno nei nostri ospedali che lottano rischiando la vita per la nostra.

Le parole di un collega, il neurochirurgo Shahram Shekrat, colpiscono particolarmente e ci fanno capire come al pronto soccorso del San Filippo c’era un vero eroe: “Il nostro Lucianone non ce l’ha fatta. Un gigante di più di due metri, uno degli angeli del San Filippo, intento a curare i pazienti e a proteggere con la sua imponenza i colleghi dai medesimi, è morto dopo aver contratto il Covid. Un dolore scellerato ci ha investito tutti. Non ho più parole. Piango un amico che non avrò mai conosciuto abbastanza. Spero nella gratitudine delle migliaia di pazienti che questo uomo ha assistito”.

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