Le discoteche hanno sempre rappresentato, per i giovani, momenti di evasione e di divertimento, per divertirsi nelle serate durante l’anno, ma anche nella stagione estiva. A causa del Coronavirus e, in seguito al decreto emanato nella giornata di domenica 16 agosto, si è disposta la chiusura delle discoteche dal 17 agosto al 7 settembre. Il patron del Papeete non ci sta e si scaglia contro il governo per via di questa decisione.
Il Papeete è una discoteca molto rinomata e nota di Milano Marittima, meta ogni anno di tantissimi giovani e anche di personaggi dello spettacolo e della politica, come Matteo Salvini che si è recato lì la scorsa estate scatenando tantissime polemiche sui social. In seguito alla chiusura delle discoteche, Massimo Casanova, europarlamentare della Lega e proprietario del Papeete, si adira scagliandosi contro il governo.
L’europarlamentare della Lega, amico di Matteo Salvini, affida a queste parole il suo duro sfogo contro il governo reo di aver chiuso le discoteche. Ecco le sue parole in merito: “Questo è un governo di gente che non sa cosa significhi fare impresa, che non ha mai fatto niente nella vita… Se mi avessero detto ‘ci sono dati certi che dimostrano la diffusione del contagio nelle discoteche’ avrei detto: va bene. Ma così vuol dire solo scagliarsi contro il mondo produttivo”.
Massimo Casanova ha anche dato delle direttive riguardo la chiusura del Papeete per il quale la serata di Ferragosto è stata l’ultima. L’europarlamentare della Lega si scaglia anche contro il fatto che ora ci saranno dei nuovi problemi da affrontare, come le tasse e la merce che rimarrà ferma per un anno.
La situazione cambia per quanto riguarda la spiaggia del Papeete che, essendo uno stabilimento balneare, rimarrà aperta, ma con tutte le misure del caso, compreso l’obbligo della mascherina da parte di tutti coloro che vi accedono. Inoltre, secondo Casanova, ci sono altri aspetti dietro questa chiusura e, infatti, ribatte dicendo: “Credo ci siano dietro doppi fini: vogliono partire dalle discoteche per poi vietare gli eventi nelle piazze.