Quando gli operai ieri mattina stavano per iniziare la loro giornata di lavoro, nel cantiere di un complesso residenziale nel quartiere Sabbioni di Crema, si sono accorti della presenza di un cadavere. Un cadavere di un uomo, abbandonato tra l’erba alta, la calce, le betoniere, e con un buco in testa ma senza armi e/o bossoli.
L’ipotesi è che la vittima sia stata portata nel cantiere solo in un secondo momento, vista l’assenza di prove sul campo e le testimonianze dei vicini residenti che affermano di non aver sentito nessun rumore o visto alcun movimento sospetto. L’identificazione ha portato a Mauro Pamiro, quarantaquattrenne professore di informatica e musicista, molto conosciuto in città.
Dal momento del ritrovamento sono in corso una serie di rilievi tecnici: si stanno visionando le immagini degli impianti di videosorveglianza pubblici e privati e analizzando i tabulati telefonici.
Anche l’abitazione dei coniugi è stata messa sotto sequestro per compiere gli accertamenti del caso. Sono molte, inoltre, le persone interrogate dalla polizia, dietro coordinamento del dott. Rocco, per ricostruire le ultime ore di vita della vittima. Tra i diversi sospettati, c’è anche la moglie – erano sposati da 11 anni – che sarebbe stata interrogata per ore e, sotto shock, sarebbe poi stata ricoverata.
Dalle prime indiscrezioni relative all’esame autoptico, pare che il buco sulla fronte di Pamiro non sia dovuto ad alcun colpo d’arma da fuoco benché del tutto simile a quello provocato da un proiettile.
Mentre si cerca di far luce su questo vero e proprio giallo, la notizia della sua morte ha sconvolto il mondo della scuola e della musica del territorio cremasco dove l’uomo era molto apprezzato per il suo carattere pacato e per la sensibilità musicale, definizioni che infittiscono ancor più la trama rendendo difficile capire se qualcuno potesse avercela con lui tanto da volerlo morto.