L’allarme dell’Oms: "Il Covid potrebbe comportarsi come la Spagnola"

L'Influenza Spagnola del 1918 andò via in estate per poi tornare più feroce di prima in autunno, decimando la popolazione mondiale.

L’allarme dell’Oms: "Il Covid potrebbe comportarsi come la Spagnola"

È stata definita la Madre di tutte le pandemie: l’Influenza Spagnola, che colpì il mondo dal 1918 al 1920, sembrava essere passata in estate, ma in autunno tornò più micidiale di prima, provocando almeno 50 milioni di morti (ma stime non ufficiali parlano di almeno 100 milioni di morti) su una popolazione che allora contava 2 miliardi di persone.

Ranieri Guerra, vicedirettore delle iniziative strategiche dell’Organizzazione Mondiale della Salute, ha confrontato la pandemia del Covid-19 con quella che colpì l’umanità dopo il bagno di sangue della prima guerra mondiale. “L’andamento dell’epidemia di oggi è previsto e prevedibile – ha detto durante un’intervista televisiva – La Spagnola ebbe un’evoluzione dello stesso tipo: andò giù in estate per riprendersi ferocemente a settembre e ottobre, facendo 50 milioni di morti durante la seconda ondata. E’ quello che dobbiamo evitare”.

L’allarme giunge mentre in molti dei Paesi si sta verificando un nuovo aumento dei contagi e le vittime nel mondo hanno raggiunto quasi mezzo milione di soggetti, mentre i casi riconosciuti ufficialmente a livello globale ammontano a quasi 10 milioni di persone. Cifre che però non tengono conto di chi è deceduto nella propria abitazione senza che gli fosse fatto il tampone. Cosa che fa aumentare in modo verosimile il numero dei decessi.

Dati che hanno scatenato una polemica tra l’Oms e e la Svezia, che si ritiene immune dalla ripresa del virus. “Non vediamo alcun segnale che l’epidemia in Svezia stia peggiorando, al contrario. La Svezia si avvicina alla fine”, dicono i virologi svedesi. Eppure, negli ultimi 14 giorni, la Svezia ha fatto registrato un rapporto contagi- popolazione più alto di tutta l’Europa.

L’Oms ha organizzato per domani una conferenza di donatori, con l’obiettivo di finanziare la ricerca e aumentare la disponibilità globale di test, vaccini e trattamenti contro il Coronavirus. Ma per fare questo, secondo l’agenzia di Ginevra, servirebbero 31 miliardi di dollari nei prossimi 12 mesi. Una corsa contro il tempo.

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