Un interessante articolo di Queerblog ci racconta alcuni retroscena dell’omofobia della Chiesa Cattolica, che in Spagna promuove terapie per curare un orientamento “oggettivamente disordinato”.
Lo dichiara il vescovo di Alcalá, non nuovo ad uscite ad omofobia doc in grande stile. Monsignor Juan Antonio Reig Plá ha definito l’omosessualità una inclinazione “oggettivamente disordinata”, contro la quale si deve ricorrere a tutti i mezzi, per obbligo morale. La Chiesa spagnola, a detta del vescovo, starebbe sostenendo terapie anti-omossessualità disegnate seguendo l’antropologia di Giovanni Paolo II (vi va di essere scientifici, eh?), onnicomprensiva di tutti gli aspetti fisici, psichici e spirituali della persona. La Chiesa fornisce un’accoglienza, sostegno spirituale e supporto ai “disordinati” durante la terapia, non essendo l’intervento medico diretto una sua competenza.
Il prelato spagnolo spiega come la Chiesa abbia sempre incoraggiato specialisti di tutte le discipline a prestare le dovute cure a quanti ne avessero bisogno, come avviene nei consultori familiari. E’ quindi logico che tale incoraggiamento comprenda anche psichiatria e psicologia, a disposizione di quanti ne richiedano liberamente il supporto. All’equipe, poi, si affianca il personale a specializzazione spirituale offerto dalla Chiesa (sacerdoti, catechisti…). Omofobia ad alto contenuto professionale.
Chissà se tale dispiegamento di mezzi è a disposizione anche dei tantissimi sacerdoti che vogliono rinunciare ai voti ed uscire dalla Chiesa. Lo speriamo.
Solidarietà con gli omosessuali discriminati dalla Chiesa Cattolica.