Coronavirus: ecco perché l’Italia ha il più alto numero di decessi

L’Italia è diventato il paese con più morti a causa del coronavirus covid-19, dopo la Cina: 827 vittime su oltre 12.000 casi accertati. Perché? Ecco la tesi del docente di Epidemiologia dell’Università di Hong Kong, Benjamin Cowling.

Coronavirus: ecco perché l’Italia ha il più alto numero di decessi

Non c’è più tempo“, ha detto il primo ministro Conte manifestando la sua preoccupazione per le gravi conseguenze del covid-19. Il caso dell’Italia ha sorpreso il mondo: con 827 vittime su oltre 12.000 casi accertati è il secondo paese dopo la Cina con più decessi causati dal nuovo coronavirus, la maggior parte dei quali in Lombardia. Il tasso di mortalità è diventato il più alto del mondo: tra il 4,5 e il 5%. Secondo l’OMS, in Cina è tra il 2% e il 4%, ma fuori dal paese asiatico scende allo 0,7%. 

Per spiegare l’alto numero dei decessi, le autorità italiane hanno puntato il dito sull’età media, tra gli 80 e 90 anni, e sulle gravi malattie pregresse delle vittime. Questo porterebbe alla conclusione che in Italia l’alto tasso di mortalità per coronavirus sia dovuto alla presenza di tanti anziani: secondo l’Istat, sono 14 milioni le persone over 65, ossia il 22% della popolazione.

Teoria non da tutti condivisa. Benjamin Cowling, docente di Epidemiologia dell’Università di Hong Kong, per esempio, ritiene che l’aver eseguito i tamponi solo alle persone già malate, la maggior parte delle quali già gravi e pertanto a rischio di morte, abbia fatto perdere tempo prezioso.

La Corea del Sud, invece, ha eseguito test a tappeto: sono stati condotti oltre 210.000 test, 10.000 persone al giorno, comprese coloro che avevano sintomi lievi o erano asintomatiche. Il tasso di mortalità è rimasto al di sotto dell’1%. “Non conosco la quantità di persone alle quali si sta facendo il test in Italia, ma mi immagino che non si avvicini alle 10.000 al giorno”, spiega.

La Corea del Sud sta facendo i tamponi a più gente possibile comprese coloro che presentano sintomi lievi, per isolarle e evitare che possano trasmettere l’infezione“, ha spiegato. “Ma in Italia questo non è più possibile, è troppo tardi perché il numero delle persone infette è molto alto e molte non si sanno”. “Hanno perso l’occasione”, aggiunge.

Cowling riconosce che la situazione Italiana è “preoccupante“, ma ritiene che da qui a tre settimane altri paesi europei probabilmente dovranno affrontare uno scenario simile. “In termini di diffusione dell’infezione, credo che in Italia il contagio non sia maggiore rispetto ad altri paesi europei. Semplicemente l’Italia è stato il primo“, indica. Tuttavia riconosce anche che, nel nostro paese, il sistema sanitario è sotto pressione, altra causa che spiegherebbe l’alto tasso di mortalità.

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