Vittorio Sgarbi non crede all’emergenza Coronavirus: "Non c’è nessun pericolo"

Con un video pubblicato sulla sua pagina personale Facebook, il critico d'arte Vittorio Sgarbi rivela di non credere a questa emergenza sul Coronavirus.

Vittorio Sgarbi non crede all’emergenza Coronavirus: "Non c’è nessun pericolo"

Come riportato da Angelo Borrelli, capo del Dipartimento della Protezione Civile, sono circa 7.375 i casi di Coronavirus in Italia, 6.387 sono le persone attualmente positive, 622 i guariti, 366 i decessi. Solamente nella giornata dell’8 marzo si contano 133 morti, mentre i guariti sono 622, 33 in più di sabato.

La situazione sembra essere quindi molto grave, ma non tutti credono all‘emergenza Covid-19. Il critico d’arte Vittorio Sgarbi, con un video di circa 8 minuti su Facebook, ha voluto commentare questa vicenda che sta praticamente mettendo in ginocchio l’Italia, dichiarando di non credere a tutta questa emergenza.

Le parole di Vittorio Sgarbi

Il critico d’arte, come già ribadito nei giorni scorsi, crede che si stia ingigantendo la vicenda sul Coronavirus: “Non riesco a immaginare che tutto questo cambi la nostra vita. Tutti i teatri, cinema, spettacoli e mostre chiuse o sospese […] Tutti voi sapete che, anche quelli che stanno a Codogno, non c’è nessun pericolo di nessun tipo che debba cambiare la vostra vita”.

Nel video attacca sia Roberto Burioni che Lorenzo Pregliasco, dichiarando di non credere alle loro parole sul Covid-19. Non si risparmia neanche sulle ultime dichiarazioni del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del premier Giuseppe Conte“Si è unito un consiglio di ministri formato da cog**oni. Se lì mettono uno vicino all’altro non capiscono nulla, ma intanto decidono per noi”.

Per questo motivo Sgarbi ci tiene a ribadire che: “Non c’è un ca**o. Ribellatevi, mandateli a quel paese […] Se dicono i ministri che c’è il virus non credeteci, sono un gruppo d’incapaci totali”. Infine incita chi guarda la televisione a passare ai film hard, dichiarando che lì c’è più verità. Infine il critico ripete che non c’è nulla di cui preoccuparsi, poiché tra quindici giorni al massimo sarà tutto finito. Infine, invita coloro che sono a letto per la paura ad alzarsi per andare in giro, magari a Codogno.

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