Yara: la perizia smentisce le affermazioni di Bossetti

I tracciati sul telefono di Bossetti e i colleghi smentiscono le affermazioni de muratore. Il giorno della scomparsa di Yara, il Bossetti non era al cantiere e a confermarlo vi sono anche tutte le telecamere piazzate nella zona

Yara: la perizia smentisce le affermazioni di Bossetti

L’ultimo tassello inserito dagli investigatori che eseguono le indagini su Massimo Bossetti ha confermato che il muratore, il giorno della scomparsa di Yara Gambirasio, non andò a lavorare. Il furgone del muratore quel giorno si trovava nei pressi della palestra, mentre in quel momento la ragazzina era andata a portare uno stereo. Questa conferma smentisce il racconto fatto dal Bossetti, che davanti al giudice ha sostenuto: “Passavo dalla zona del centro sportivo perché tornavo dal cantiere di Palazzago e andavo a casa”.

Il muratore sostiene con fermezza nell’interrogatorio alla presenza del gip Ezia Maccora: “Sono una persona abitudinaria, faccio sempre le stesse cose”. Ma la perizia sui suoi spostamenti dimostra il contrario. Le verifiche effettuate in seguito hanno ampiamente dimostrato che la vita del muratore non era proprio così abitudinaria. Infatti, l’uomo si sarebbe assentato dal lavoro più volte e anche il pomeriggio della scomparsa di Yara l’uomo non era nel cantiere. Con grande abilità, i carabinieri del ROS e i poliziotti dello SCO hanno ricostruito gli spostamenti dell’uomo, proprio per accertare che le sue dichiarazioni fossero attendibili. Sono stati controllati i tracciati dei cellulari, ma la smentita sulle affermazioni di Bossetti è arrivata dalle testimonianze dei colleghi, che all’unanimità hanno confermato che il giorno della scomparsa della ragazzina l’uomo non si trovava nel cantiere.

A dare forza a queste affermazioni hanno contribuito le telecamere piazzate nella zona della palestra. I filmati infatti consentono di riconoscere il Bossetti sul furgone che passa in quella zona già alle 17.45, come rilevato dalla telecamera che si trova vicino al distributore di benzina nei pressi della palestra. Ma anche nella prossima mezz’ora il furgone è ancora lì, cioè verso le 18,30, ed è stato ripreso da una telecamera posta di fronte al centro sportivo.

Tutti questi elementi bastano per rafforzare la convinzione degli investigatori che il muratore avesse controllato e pedinato la ragazzina, e che quel giorno la stesse aspettando, per invitarla a salire sul furgone e condurla al campo di Chignolo d’Isola. Le testimonianze di alcuni residenti della zona hanno anche confermato che il Bossetti bazzicava nella zona, e sono state trovate tracce a conferma anche dai tabulati. Il Bossetti si difende: “Andavo da mio fratello e dal commercialista”, ma in quel periodo è stato riscontrato che l’uomo non vi si era recato così di frequente.

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