Belluno: il vescovo chiede scusa ai divorziati allontanati dalle comunità

Un 'mea culpa' pubblico da parte del vescovo di Belluno, mons. Renato Marangoni, che confida il desiderio d'incontrare chi, a causa della propria situazione, è stato allontanato dai sacramenti. Appuntamento: 1° dicembre presso il Centro Papa Luciani.

Belluno: il vescovo chiede scusa ai divorziati allontanati dalle comunità

Domenica prossima, 1° dicembre 2019, il vescovo di Belluno Feltre, mons. Renato Marangoni, desidera incontrare le persone separate o divorziate o sposate civilmente o non sposate presso il centro Papa Luciani. Da quanto si legge nella lettera pubblicata qualche giorno fa, sarà un’occasione per chiedere perdono e forse anche per aprire loro la strada alla vita in Cristo mediante il sacramento dell’Eucarestia.

Mons. Renato Marangoni ha iniziato la sua lettera, scritta a nome della diocesi di Belluno Feltre, con una parola pronunciata in confidenza,Scusate!”, parola che è rimbalzata nelle case e nelle famiglie, nei cuori e nei discorsi di tutta la diocesi.

L’invito del vescovo di Belluno Feltre vuole essere un tentativo di aggancio e di accoglienza, da parte sua e delle comunità parrocchiali, delle persone in situazione coniugale interrotta o mai vissuta nel sacramento del matrimonio, nella consapevolezza che queste sono state spesso ignorate o addirittura allontanate dalle comunità parrocchiali. E non solo, visto che monsignor Marangoni aggiunge: “Forse avete anche sofferto per atteggiamenti tra noi di giudizio e di critica nei vostri confronti”.

Tutti atteggiamenti che creano ferite su ferite, ma quella più grave è l’aver impedito a queste persone di accostarsi ai sacramenti. Il vescovo scrive: “Abbiamo anche per un lungo tempo dichiarato che non potevate essere pienamente ammessi ai sacramenti della penitenza e dell’Eucaristia”, senza tenere conto del desiderio che molte di queste persone hanno di essere sostenute dalla grazia dei sacramenti e dall’affetto della propria comunità.

Il vescovo nella stessa lettera ha ammesso che ci si è “irrigiditi su una visione molto formale delle situazioni familiari a cui eravate pervenuti“. Passando dalla situazione familiare a quella personale, monsignor Marangoni afferma che si è sbagliato nel non tener conto di queste persone, dei loro sogni di vita coniugale, dei loro progetti iniziali, anche se poi le difficoltà ne hanno ostacolato la visione di futuro a due. In queste situazioni piuttosto complesse, la responsabilità personale va sostenuta e aiutata a non soccombere.

L’appello finale della lettera è rivolto a chi, scoraggiato, ha lasciato la comunità parrocchiale: “siamo qui per confidarvi che ci mancate e che sentiamo di aver bisogno di voi e della vostra testimonianza di vita”.

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