Pensioni di garanzia, ecco come potrebbero funzionare: tra i destinatari precari e giovani under 50

Si riaccende la discussione sulle pensioni di garanzia, un provvedimento partito da lontano ma che, nonostante i numerosi tentativi degli scorsi anni, non è mai decollato. Ora la misura torna tra i provvedimenti chiave allo studio del nuovo governo.

Pensioni di garanzia, ecco come potrebbero funzionare: tra i destinatari precari e giovani under 50

Il tema delle pensioni di garanzia appare piuttosto delicato, perché si tratta di un intervento quanto mai necessario per i lavoratori che sono iscritti nel sistema contributivo puro (visto che non possiedono la possibilità dell’integrazione al minimo). Allo stesso tempo, la questione è sempre stata vista dagli scorsi governi come poco urgente, soprattutto rispetto ad altre necessità di salvaguardia più immediate.

Ora che cominciano a concretizzarsi i primi pensionamenti con il sistema contributivo puro si comprende però che un intervento non può essere più procrastinato, anche considerando gli importi esigui che saranno conseguiti in particolar modo da coloro che hanno avuto una carriera precaria o discontinua. Un problema che in prospettiva non potrà che accentuarsi, man mano che scorreranno gli anni dal 1° gennaio del 1996 (vero e proprio spartiacque tra chi si trova nel sistema misto e chi invece risulta inserito nel contributivo puro).

A prendere nuovamente posizione sulla vicenda negli scorsi giorni è stato il Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, evidenziando l’intenzione del nuovo esecutivo giallo-rosso di agire per porre rimedio alla situazione. D’altra parte, la necessità di un intervento è stata posta già ai precedenti governi dalla piattaforma sindacale, formata da Cgil, Cisl e Uil, sebbene finora non abbia ancora trovato accoglimento.

L’idea allo studio dei tecnici per la nuova pensione di garanzia

Stante la situazione, l’idea attualmente in fase di studio per l’avvio della pensione di garanzia prevede innanzitutto di incrementare il fondo previdenziale integrativo dell’Inps, destinando le nuove tutele agli under 50 ed ai lavoratori precari. L’obiettivo consiste nel trovare delle forme di adeguamento dell’assegno utili a consentire un livello di vita dignitoso una volta maturato l’assegno pensionistico contributivo.

Tra le proposte avanzate in passato dalle parti sociali c’era l’ipotesi di creare un’integrazione connessa ed eventualmente graduata rispetto al numero di anni di lavoro prestati ed ai contributi effettivamente versati. L’obiettivo sarebbe di valorizzare anche i periodi di discontinuità lavorativa, di formazione e quelli caratterizzati da basse retribuzioni, in modo da garantire un assegno dignitoso.

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