Roma, libreria antifascista in fiamme: indagano le forze dell’ordine

Per la seconda volta nella capitale, più precisamente a Centocelle , la libreria antifascista "La pecora elettrica" è stata data alle fiamme: indagano le forze dell'ordine per scoprire eventuali responsabili.

Roma, libreria antifascista in fiamme: indagano le forze dell’ordine

È in corso un’indagine di polizia dopo che un incendio ha distrutto una rinomata libreria antifascista a Roma – per la seconda volta – nelle prime ore del 6 novembre. La libreria “La Pecora Elettrica“, che si trova nel sobborgo di Centocelle, avrebbe dovuto riaprire il 7 novembre dopo essere stata devastata da un’altro incendio il 25 aprile.

La polizia e i vigili del fuoco stanno indagando sulla causa dell’incendio e non escludono che si sia trattato di un attacco incendiario, probabilmente collegato o al commercio locale di droga o molto probabilmente ai gruppi di estrema destra. Le forze dell’ordine hanno trovato delle tracce di liquido infiammabile, e anche i proprietari della libreria, Danilo e Alessandra, credono che i loro locali siano stati presi di mira da incendiari.

La polizia sta lavorando sulla teoria secondo cui gli incendi potrebbero essere collegati al commercio locale di droga, poiché gli orari di apertura tardiva del negozio potrebbero aver disturbato gli spacciatori che operano in un parco adiacente. L’incendio è stato ampiamente condannato dai leader culturali e politici, con circa 2000 sostenitori e residenti locali che sono scesi nelle strade e nelle piazze per dimostrare la loro solidarietà con La Pecora Elettrica.

Il sindaco di Roma Virginia Raggi ha dichiarato che l’incendio è stato “inquietante” mentre il ministro della cultura italiano Dario Franceschini, che visitò la libreria sventrata, disse che era un “atto incredibile e intollerabile”. Il governatore della Regione Lazio e leader del Partito Democratico (PD) Nicola Zingaretti ha twittato: “Ai proprietari dico: resisti e combatti per restituire a Roma la bellezza e la passione del tuo impegno sociale”.

Il corteo, organizzato da cittadini e dalle associazioni di quartiere, è stato definito “una passeggiata di autodifesa popolare perché – spiegano – ci pensano i cittadini, non le istituzioni o i politicanti, a fare la difesa del nostro quartiere”. 

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