"Un animale grasso in acqua? Un negro!": nella bufera assessore leghista accusato di razzismo

L'assessore leghista Leonardo Binda nella bufera, accusato di razzismo dopo un video reso pubblico in rete dove associa gli immigrati a degli animali grassi lasciati in acqua.

"Un animale grasso in acqua? Un negro!": nella bufera assessore leghista accusato di razzismo

Un video privato fatto in un contesto di totale ironia“, così si è giustificato l’assessore alla cultura del Comune bresciano di Orzinuovi, Leonardo Binda, che nelle ultime ore è stato attaccato nel web per le parole razziste pronunciate in quello stesso filmato che sta girando in rete. 

Leonardo Binda ha le deleghe ai servizi culturali, politiche giovanili e biblioteca civica nel comune di Orzinuovi, e nelle immagini che stanno facendo molto discutere lo vediamo intento a giocare con alcuni suoi amici. Le regole del gioco sono piuttosto semplici: ognuno di loro ha una foto sulla fronte, e con semplici domande poste devono indovinare il protagonista dell’immagine.

In questo caso l’assessore leghista doveva indovinare un animale, una foca per l’esattezza, e quando un suo amico per aiutarlo ha affermato che si trattava di un animale piuttosto grasso che si trovava in acqua, Binda ha risposto, così come afferma lui, in modo scherzoso, che si trattava di “un negro“.
Le parole utilizzate dall’assessore leghista hanno subito infuriato il web, considerate irrispettose e razziste, tanto da rendere la vicenda sempre più nota.

Parla il sindaco di Orzinuovi

Sulla vicenda si è espresso il sindaco di Orzinuovi e senatore di Fratelli d’Italia, Gianpietro Maffoni, poichè sono stati in molti a chiedere le dimissioni dell’assessore dopo quanto accaduto. Secondo il sindaco, la giovane età di Binda o il conteso giocoso di cui lo stesso protagonista continua a parlare, non sono giustificazioni valide per le parole pronunciate, considerate da Maffoni gravi ed inaccettabili. Nonostante la richiesta di consegnare le dimissioni però, il sindaco fa sapere che è stato lo stesso Binda a rassegnarle dimostrando di aver compreso l’errore compiuto.

Nonostante la questione sembra essersi conclusa, Leonardo Binda afferma di aver chiesto l’intervento dei carabinieri e della polizia postale per l’accanimento ricevuto nei suoi confronti dai molti utenti del web che lo hanno attaccato nonostante il video in questione fosse privato.

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