Settimana campale quella che si avvia a concludersi per Facebook, col CEO Mark Zuckerberg che è stato convocato presso il Congresso americano, per un confronto su vari temi, Libra in primis, ed il varo ufficiale della tanto attesa sezione dedicata alle notizie approfondite e di qualità.
Nel corso della settimana, Mark Zuckerberg si è recato nuovamente al Congresso degli USA, per l’incontro fissato davanti alla commissione per i servizi finanziari, presieduta da Maxine Waters: il tema da cui si è partiti è stato, ovviamente, quello di Libra, con Mark Zuckerberg che, pur avendo ammesso il fatto che il suo social non sia proprio il messaggero ideale della nuova iniziativa (causa i problemi di reputazione), tanto da essersi detto disposto a che il progetto sia portato avanti totalmente dalla Libra Association, si è peritato nel far osservare che Libra è nata solo per offrire servizi finanziari a chi ne è escluso, non avendo accesso ad un conto corrente, e per sopperire alle lacune dei servizi finanziari tradizionali, come le commissioni che sono costrette a pagare quelle persone che si spostano spesso tra una nazione e l’altra. In questo caso, però, gli è stato fatto notare come, a parte le perplessità nel mettere in mano una valuta sovranazionale ad un soggetto privato, sia più verisimile che Libra serva a rafforzare il business di Facebook Inc.
Il secondo round del confronto, davanti al Congresso americano, invano blandito con note sovraniste (del tipo: quella alla criptovaluta è un una corsa che, se abbandonata dagli USA, potrà essere intrapresa dalla Cina), si è svolto poi con le domande poste dalla giovane deputata democratica Alexandria Ocasio-Cortez che ha spiegato come, per decidere su Libra, sia necessario indagare sui passati comportamenti del social in tema di “rispetto della democrazia“.
Sotto questo punto di vista, dopo le domande relative al caso Cambridge Analytica (volte ad appurare da quanto si sapesse del problema), la Cortez ha sentenziato come il giovane CEO non si faccia problemi nel mettere a frutto le scelte passate di una persona per condizionarne quelle future: in più, è stato fatto osservare come la decisione della piattaforma di non controllare le dichiarazioni e le inserzioni dei politici presti il fianco alla propagazione della disinformazione, nonostante Zuckerberg si sia arroccato in posizione di difesa sostenendo che in democrazia le persone dovrebbero poter decidere chi votare, o meno, valutandone per conto proprio il loro operato.
La migliore risposta sul tema delle fake news è arrivata, però, sul finire della settimana, con Zuckerberg che, dal quartier generale di Menlo Park, ha annunciato la partenza (nell’app di Facebook) della sezione (via tab) Facebook News che raccoglierà le migliori notizie del giorno, suddivise per argomento (es. tecnologia, salute, scienza, affari, sport, intrattenimento) e scelte da un team di giornalisti, che le attingerà a diversi editori selezionati (tra cui il Washington Post, USA Today, Wall Street Journal, Business Insider, Los Angeles Times, etc).
Le notizie, proposte sulla base di ciò che più si condivide o si clicca per leggere, potranno comunque essere personalizzate, con filtri che permetteranno di escludere certi editori, argomenti, o specifici articoli. Non mancherà, inoltre, una sezione nella quale saranno visualizzati gli abbonamenti eventualmente stilati con gli editori.
Per ora, l’iniziativa in questione è limitata a pochi utenti negli USA, con una fase due che prevederà l’estensione del progetto, sia come utenza che come partnership editoriali stilate (con remunerazioni sino a 3 milioni di dollari per ogni editore “di primo livello” che aderirà al progetto).