È stato annunciata la data del prossimo Gay Pride di Belgrado: è fissata per il 15 settembre l’edizione di quest’anno dedicata ai diritti della comunità LGBT.
Gli organizzatori serbi lo hanno reso noto tramite una conferenza stampa, in cui hanno tenuto a precisare che la settimana che precede il 15 settembre sarà dedicata, come da prassi, ad una serie di eventi mirati alla sensibilizzazione dei temi centrali: i diritti gay e la lotta alla discriminazione dell’omosessualità saranno promossi da film, mostre, conferenze e dibattiti, oltre alle marce e sfilate, festival e balli contraddistinti dai caratteristici simboli come quello della bandiera arcobaleno.
Il Gay Pride nasce come modalità di “…promozione di autoaffermazione , dignità, uguaglianza e maggiore visibilità delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT)“: molte sono le organizzazioni, fondazioni, media che ne hanno sostenuto ed appoggiato i valori e le prospettive.
Alcune delle precedenti edizioni serbe erano purtroppo state caratterizzate da tensioni di gruppi contrari che osteggiavano l’evento con scontri e minacce, conducendone perfino alla sospensione per tutelare la sicurezza pubblica: nel 2010 per esempio durante la manifestazione si registrò il triste bilancio di circa 140 feriti, così nel 2014 il Gay Pride di 2.000 persone è stato protetto da ben 7.000 poliziotti che hanno formato dei stretti cordoni di sicurezza, visto che la sera precedente al corteo in 5.000 avevano inondato le strade per impedire la realizzazione dell’evento.
In periferia erano comunque avvenuti alcuni incidenti che avevano condotto all’arresto di una cinquantina di persone.
Fortunatamente, negli anni recenti il corteo ha potuto svolgersi senza particolari difficoltà: l’anno scorso la premier serba Ana Brnabic aveva marciato insieme a tuttii partecipanti presenti in Piazza dei Fiori, portando il proprio sostegno a testimonianza della causa, dichiarando che “la Serbia rispetta la diversità” e specificando il suo messaggio “il governo serbo è qui per tutti i suoi cittadini. Le persone hanno diritto di marciare“.