Molto spesso, le più popolari realtà hi-tech mondiali sono state accusate di aver isolato le persone in monadi virtuali, e di aver instillato una vera e propria dipendenza dal digitale: contro ambedue questi problemi Twitter, tuttavia coinvolta in un pesantissimo scandalo sulla privacy, ha messo in campo due interessanti e meritevoli iniziative.
Qualche giorno fa, Twitter ha annunciato il buon esito di un’iniziativa, volta a connettere le persone in varie parti del mondo – sulla base di interessi comuni – all’insegna di conversazioni sane: il progetto, portato avanti col collettivo “Shared Studios”, ha previsto l’insediamento di varie (almeno 40) sedi fisiche, tra cui a Nairobi, San Paolo, Seoul, Londra, Los Angeles, in cui le persone potevano recarsi, assistite da un apposito personale, per dialogare con amici di penna lontani, sotto l’egida dell’hashtag #Tweetup, andando oltre le barriere create dai fusi orari o delle differenze linguistiche.
Per un’iniziativa che si conclude, v’è un’altra novità che potrebbe essere introdotta – ma in forma di feature – in futuro. Nella fase iniziale del mercato mobile, basato sull’uso delle applicazioni, un po’ tutte le realtà hi-tech, per affermarsi, hanno puntato sullo sviluppare elementi che aumentassero il coinvolgimento degli utenti: quest’ultimo, però, ha rasentato spesso la dipendenza, tanto che, da allora, vi è stata una parziale retromarcia, inaugurata da Apple e Google a livello di iOS e Android (digital wellbeing), e poi seguita da Facebook che, nel social e nel photo sharing Instagram, ha inserito diversi strumenti per una miglior gestione del tempo speso in-app.
Ora sembrerebbe che anche Twitter sia della partita, almeno secondo la leaker Jane Manchun Wong che, sbobinando una versione beta di Twitter per Android, vi ha scovato dei riferimenti ad una feature, chiamata “Snooze Notifications“ che, rappresentata da una campanella, permetterebbe – alla pressione della stessa – di stoppare le notifiche per un lasso di tempo che va da 1 a massimo 12 ore (con step intermedio a 3 ore). Da quanto sembra, in base agli screenshot condivisi su Twitter, e poi rilanciati da Engadget, sembra che, in ogni caso, le notizie – a funzione attivata – giungano normalmente nella tab delle notifiche, al cui interno sarebbe possibile interagirvi come prima: lo stop riguarderebbe dunque, solo l’emissione degli alert pop-up.
Infine, uno spiacevole autogol in salsa Twitter segnalato dalla rubrica “Avvocato del diavolo” dell’Espresso online. Nel corso di un post di scuse apparso sul proprio blog ufficiale, la piattaforma di Jack Dorsey ha ammesso che, a causa di due bug, rispettivamente in azione nel Maggio e nel Settembre del 2018, sarebbe stata compromessa la privacy di alcuni utenti, con la comunicazione a terzi di dati personali nell’eventualità che si sia interagito con alcune pubblicità relative ad applicazioni, e con pubblicità mirate derivate dall’uso non autorizzato di dati comunque rimasti stoccati in Twitter. Al momento, oltre alla promessa di fare maggiore attenzione in futuro, ed all’assicurazione d’aver sanato le falle in oggetto, non è disponibile una stima delle persone eventualmente interessate dall’inconveniente, né una perimetrazione geografica che consenta di capire se, coinvolti anche soggetti europei, Twitter sia passibile d’aver violato il GDPR.