Si riaccende la discussione sulle pensioni ed in particolare sulla sostenibilità del sistema per coloro che si trovano a vivere situazioni lavorative precarie e discontinue. Risale infatti solo a pochi giorni fa l’allarme della Cgil riguardante coloro che sono inseriti nel sistema contributivo puro. Si tratta di chi ha cominciato a versare dopo il 1996 attraverso un meccanismo che non presenta adeguamenti alla minima o garanzie di importo sul futuro assegno.
In particolare, la pensione sarà calcolata effettivamente sulla base di quanto accumulato tramite i contributi versati nella carriera lavorativa. Ed ecco che divengono particolarmente pesanti periodi come la disoccupazione o l’inoccupazione, che di fatto avranno un impatto determinante non solo nella futura età di accesso alla pensione, ma anche nell’importo dell’assegno.
Per cercare di ovviare a questa situazione si sono moltiplicate le ipotesi di soluzione. Dall’ex Ministro Elsa Fornero ne arriva una in particolare che riguarda i versamenti dei contributi da parte dello Stato per i disoccupati che dimostrano di ricercare attivamente un nuovo lavoro tramite i centri per l’impiego.
Pensioni e versamenti dei contributi per i disoccupati
La nuova proposta dell’ex Ministro del lavoro arriva durante un suo intervento nella trasmissione televisiva Uno Mattina Estate. Secondo Elsa Fornero, la soluzione da seguire per garantire una pensione dignitosa ai giovani precari di oggi consiste nell’ovviare agli inevitabili periodi di stop che si sono concretizzati durante la carriera lavorativa attraverso il versamento dei contributi da parte dello Stato.
La misura dovrebbe essere finanziata tramite la tassazione generale, andando ad effettuare un prelievo specifico di copertura verso i redditi più elevati: “Coloro che sono più ricchi paghino di più, secondo un sistema proporzionale sancito dalla Costituzione” ha quindi proposto, riconoscendo in questo modo subito ai lavoratori i periodi di disoccupazione e non attraverso garanzie che potrebbero essere messe in dubbio nei prossimi vent’anni dai Governi che si succederanno.